L’edizione odierna de “Il Coerriere dello Sport” sulle dichiarazioni di Zaniolo alla Procura di Torino sul caso scommesse.
Il van nero, i vetri oscurati, l’umore cupo. Zaniolo da bambino sognava di arrivare a Torino tra due ali di folla in festa, e quel pensiero deve aver accompagnato anche tante notti di un’estate vissuta con l’orecchio teso ai rumors juventini prima dire «yes» all’Aston Villa. E invece Nicolò è atterrato in città da indagato, con la convinzione di aver fatto solo un errore e niente più. Al palazzo di giustizia si è presentato puntuale per l’appuntamento delle 14.30 con la pm Manuela Pedrotta, titolare dell’inchiesta sulle scommesse illegali.
INTERROGATORIO. Due ore e trenta circa negli uffici, inclusa un’oretta di convenevoli. Il resto del tempo è passato tra chat estratte dal suo cellulare e poi mostrate, domande e circostanziate su quelle navigazioni sui siti illegali, ma anche tra supposizioni costruite e smontate un pezzetto alla volta. Nicolò non si è sottratto ai dubbi degli inquirenti, anzi ha risposto a tutto e anche lui deve aver avuto la sensazione che ai magistrati del calcio importi poco o niente. Sono in cerca di connessioni, la visibilità mediatica li sta solo distubando, e puntano a conoscere nomi e cognomi di chi organizza il gioco illegale. Vogliono insomma comprendere i legami (se ci sono) dei Vip con la criminalità.
«Ho giocato a poker e a blackjack, ma solo per divertimento» ha detto Zaniolo. Niente debiti, dunque: è la sua posizione, ovviamente al vaglio degli inquirenti. E ancora: «Non ho mai scommesso sul calcio, lo so che è vietato». E di più: «Non ho mai subito né minacce né intimidazioni». Alle ore 17.35, abbandonando il palazzo da un’uscita secondaria per evitare la curiosità dei cronisti presenti, Zaniolo si è sentito come alleggerito di un peso. I suoi avvocati Gianluca Tognozzi e Antonio Conte hanno fatto il resto, diramando una nota: «Nicolò ha riconosciuto di aver giocato saltuariamente su piattaforme illegali a poker e blackjack, ma non è emerso alcun indizio a suo carico circa ipotesi di scommesse su partite di calcio». Zaniolo «non si è sottratto ad alcuna contestazione formulata dal pm, chiarendo definitivamente la sua posizione. Siamo fiduciosi di chiudere presto la vicenda giudiziaria del nostro assistito». L’ex Roma aveva ricevuto un avviso di garanzia (insieme a Tonali) lo scorso 12 ottobre a Coverciano, ma mentre la vicenda sportiva dell’ex Milan si è già conclusa col patteggiamento, quella di Nicolò è ancora tutta da scoprire. Il procuratore della Figc, Chiné, potrebbe interrogarlo nei prossimi giorni ma al momento non pare esserci alcun fascicolo aperto sul classe ’99: dovranno prima arrivare gli atti da Torino, poi si valuterà.
SCENARI. Il fascicolo penale su Tonali resta al momento aperto, così come Fagioli (chiusa anche la sua posizione sportiva) verrà probabilmente riascoltato alla luce di quelle minacce riferite («ti spezzo le gambe, mi dicevano»). L’interrogatorio di ieri è servito quindi ai magistrati e alla squadra mobile per chiudere in qualche modo il cerchio. Le singole scommesse sui portali clandestini si risolvono con una pena oblabile, cioè con una multa. Zaniolo si augura che questa brutta storia possa finire proprio così.