Scommesse, per Tonali squalifica alla Fagioli. C’è la perizia per l’accordo
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul caso scommesse e su Tonali.
Passato senza particolari intoppi (nonostante i dubbi di qualche giurista) il Rubicone che segnava il confine tra il divieto di scommesse e l’illecito sportivo, cioè tra una squalifica di almeno 3 anni “patteggiabile” e una di almeno 4 anni considerata però talmente grave da non poter passare per un accordo, il dado sul futuro di Tonali sembra davvero tratto. Ventiquattro ore di tempo, al massimo 48, e poi l’intesa tra la procura Figc e il centrocampista sarà siglata su carta intestata.
INCONTRO. Ieri mattina c’è stato un incontro a Roma tra il procuratore Chiné e gli avvocati del ragazzo: entrambe le parti hanno lo hanno considerato importante nella direzione di una conclusione pacifica della vicenda. Non c’è stata ancora la tanto attesa fumata bianca, ma due ore di dialoghi – intensi e dettagliati – sono serviti per trovare la formula giusta del patteggiamento. Domani è anche il giorno di Newcastle-Borussia Dortmund di Champions e la giustizia sportiva cercherà di accelerare i tempi, su indicazione Uefa, in modo che la squalifica arrivi prima del fischio d’inizio del St James’ Park, così da mettere il club inglese non più di fronte a una semplice scelta di convenienza ma a un clamoroso bivio etico: al netto dei passaggi burocratici sull’asse Roma-Nyon che difficilmente verranno completati in tempo utile per l’estensione internazionale dell’inibizione, davvero gli inglesi sarebbero capaci di mandare in campo un ragazzo reo confesso e appena fermato in Italia?
TRATTATIVA. Quella di Tonali sarà una squalifica “alla Fagioli”, cioè fatta di un periodo di allontanamento dai campi ben definito (durante il quale l’atleta potrà comunque allenarsi coi compagni) e di una fase nella quale il tesserato avrà un ruolo di promozione dei corretti comportamenti, potendo quindi dire al mondo intero «Ragazzi, non fate come me». Sponda federale, la trattativa parte da un punto fermo: Tonali, a differenza dello juventino, ha ammesso di aver scommesso sulla propria squadra (il Milan) e dunque il suo stop dovrà essere superiore sia in termini di squalifica vera e propria sia come periodo di riabilitazione. In Via Campania ritengono un tempo congruo 18 mesi d’inibizione, così divisi: 1 anno fermo (contro i 7 mesi di Fagioli) e altri 6 mesi di riabilitazione. I legali di Tonali puntano viceversa a passare solo 9 mesi lontano dal terreno di gioco, facendo rientrare il 23enne alla fine di luglio e non a fine ottobre 2024; questo sconto garantirebbe al ragazzo di fare una parte di preparazione e cominciare la stagione 2024-25 quasi in pari coi compagni, tra l’altro mettendosi a disposizione della Nazionale già per la finestra di settembre. A 10 mesi si può chiudere la trattativa, utilizzando la parte riabilitativa della pena come una fisarmonica per far comunque quadrare i conti attorno all’anno mezzo. All’incontro con Chiné gli avvocati Feno e Scaccabarozzi hanno portato una documentazione sanitaria molto ricca e dettagliata, dove emergerebbe con chiarezza la dipendenza da gioco d’azzardo di Sandro, già in cura dal prof. Gabriele Sani. La perizia psichiatrica, secondo i legali, sarebbe talmente efficace da rappresentare molto più di una banale attenuante.
Nel frattempo, la procura federale resta in attesa di novità dai magistrati di Torino, i quali stanno ultimando proprio gli accertamenti sui device. A meno che non abbia avuto un ruolo nell’organizzazione, rappresentando quindi un tramite tra allibratori e calciatori, Tonali dovrebbe pagare una semplice multa. Ma nell’analisi dei dati del cellulare sequestrato a Coverciano può esserci qualcosa di più rilevante per la giustizia sportiva. E anche in Figc, nonostante la necessità di chiudere in tempi brevi, sembrano convinti ad attendere ancora qualche ora. Anche per stabilire se le testimonianze di Tonali trovano riscontri nelle chat scambiate con amici e conoscenti.