L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sul caso scommesse.
La procura di Torino non ha fretta di ascoltare Nicolò Zaniolo, considerato «un elemento marginale» della maxi-inchiesta sulle scommesse. E Nicolò Zaniolo, dal canto suo, non ha fretta di riferire la propria versione ai magistrati, ritenendo il suo un errore banale e poco significativo. La situazione di stallo generata da questa lunga attesa dipende da almeno due questioni. La prima: il calciatore dell’Aston Villa, a differenza di Tonali (ascoltato sette giorni fa) e Fagioli (a giugno), non ha mai detto o fatto sapere di volersi autodenunciare. La seconda: i pm che stanno indagando sulle scommesse illegali hanno al momento altre priorità.
RISVOLTI. La procuratrice capo Enrica Gabetta, il pubblico ministero Manuela Pedrotta e il personale della squadra mobile di Torino coordinato da Luigi Mitola stanno approfondendo le dinamiche legate al mondo della criminalità organizzata che sta dietro i portali illegali, il giro d’affari che ne consegue e i collegamenti che hanno portato alcuni calciatori ad avvicinarsi a certi ambienti. Ecco perché ad esempio Tonali è stato interrogato per tre ore e mezza al palazzo di giustizia. Ed ecco perché, nel momento in cui Fagioli ha detto «è stato Tonali a darmi l’app per giocare», nel capoluogo piemontese hanno drizzato le antenne, intuendo che tramite il calcio si può fare breccia dentro certi muri di omertà. Il fatto che l’inchiesta sia affidata a un sostituto procuratore del gruppo terrorismo ed eversione dell’ordine pubblico (Pedrotta) non è secondario, anzi aiuta a comprendere il vasto e delicato campo nel quale gli inquirenti si muovono.
Il clamore della vicenda non ha sicuramente agevolato il lavoro investigativo. La fuga di notizie sull’inchiesta ha costretto ad esempio gli inquirenti ad accelerare su certi fronti, vedi il blitz a Coverciano del 12 ottobre. Il telefono di Tonali (sequestrato nell’occasione) avrebbe potuto, ad esempio, essere intercettato. Dal canto suo, Zaniolo dovrà ancora attendere per l’interrogatorio, durante il quale continuerà a sostenere di non aver mai puntato sul calcio. Anche se presumibilmente, una volta chiuso il patteggiamento con Tonali, ad ascoltarlo per primo sarà il procuratore federale per capire se davvero Nicolò abbia scommesso «solo su poker e blackjack». La stessa procura non sembra al momento interessata alle ultime rivelazioni che hanno già portato a querele e indagini aperte per diffamazione. «El Shaarawy è sempre stato estraneo – ha detto ieri il suo avvocato Federico Venturi Ferriolo a Tvplay – non c’è mai stato nulla e la Procura non ci ha mai contattato».