L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Messina e sulle parole di Sciotto.
Il patron vive il suo ruolo con passione viscerale per un club che spesso ha definito come fosse un suo “figlio”. Tanto basta, per comprendere cosa possa voler dire per uno come Pietro Sciotto sprecare una clamorosa occasione ad un amen dal fischio finale (contro il Palermo) o, peggio, farsi riprendere dall’1-4 al 4-4 dalla Paganese: «Quella, poi, era una partita stravinta. Ancora non ci credo, sarebbe stato fantastico iniziare con 6 punti», fa lui. Ma a freddo il presidente sparge ottimismo. «Tre giorni fa ero ospite ad un matrimonio, tantissimi invitati mi hanno manifestato entusiasmo per questo Messina. Credo si stia svegliando una parte di sportivi che da anni era in letargo. Abbiamo un progetto importante, ma la città, in tutte le sue componenti, deve stare al nostro fianco». Lo dice anche Sullo, che la più grande soddisfazione non sarebbe vincere ma riempire lo stadio: «Il nostro allenatore è una persona intelligente e perbene. E poi, per passare al campo, già la sua mano si vede». E la squadra costruita da Argurio sta iniziando a fare proseliti: «Christian, oltre ad essere un grande tifoso del Messina, è un ds che studia 24 ore su 24 calcio e calciatori. Sembra un uomo d’altri tempi».
La contestazione a Lo Monaco In questo scenario di entusiasmo montante, rimane però la frizione, o meglio la frattura, tra i club organizzati e il dg Lo Monaco: «Conosco Pietro dall’‘85 e lo corteggiavo da un po’ – racconta Sciotto -, dopo la promozione in C, insomma, era il momento giusto per concretizzare qualcosa che avevo in testa da tempo. Lui ha creduto in me ed io credo in lui. Ai tifosi dico che, da quella esperienza di Lo Monaco presidente giallorosso, il mondo è cambiato. Che bisogna guardare avanti, sempre nell’esclusivo interesse della squadra. Il Messina non siamo noi: né Sciotto, né Lo Monaco. Il Messina è un patrimonio della città e il tempo darà ragione a quello che stiamo facendo». Domani l’incrocio col Monopoli, attuale capolista del girone: «La classifica è irrilevante. Noi dobbiamo giocare come sappiamo contro chiunque . Siamo al 35-40%, tra un mese vedrete…».