Nel corso del suo editoriale per “TuttoC.com”, il noto giornalista Nicolò Schira ha parlato della situazione relativa al Bari in Serie C. Ecco un estratto:
“Il Bari non trova pace e ora deve guardarsi le spalle. Mai in corsa per il primo posto, i pugliesi sono scivolati al terzo posto minacciato ora da Catanzaro e Catania, che stanno viaggiando a ritmi elevatissimi. La stagione biancorossa è finora disastrosa: per evitare che diventi fallimentare serve vincere i playoff. Impresa tutt’altro che semplice considerati i risultati degli ultimi mesi e soprattutto il gioco poco brillante dell’undici barese. Molte colpe di quest’annata complicata vanno attribuite alla società: troppe rivoluzioni tecniche con 3 allenatori bruciati in pochi mesi. Vincenzo Vivarini aveva fatto un buon lavoro e meritava la conferma. Scelta logica nell’estate del Covid, invece all’ombra del San Nicola si è deciso di puntare su un integralista come Gaetano Auteri che necessitava del pre-campionato e di giocatori congeniali al suo credo calcistico per rendere al meglio. Missione fallita. A quel punto la scelta è ricaduta su Massimo Carrera, che però non aveva mai allenato nè frequentato la Lega Pro negli ultimi 10 anni. Un azzardo. Carrera ha lavorato benissimo nello staff di Antonio Conte alla Juventus e in Nazionale, da capo allenatore ha brillato a livello internazionale con Spartak Mosca e Ark Atene, ma non conosce la categoria. E le difficoltà di questo Bari lo testimoniano. Un po’ come era accaduto al primo anno di Brocchi a Monza. Il salto è stato nel buio. Serve tempo per scoprire il mondo della C, ma il Bari aveva e tuttora ha fretta. Carrera ha vinto la Russian Premier League e ben figurato in Europa League: innegabile la sua dimensione internazionale, così come la conoscenza non diretta delle avversarie del girone C. Un conto è sfidare Zenit e Olympiacos, un altro avere a che fare con Paganese, Bisceglie e Casertana. Tutto un altro mondo. Un paradosso: Carrera sarebbe stato il trainer giusto per provare a salvare il Cagliari o rigenerare la Fiorentina in Serie A più che l’uomo della svolta per il Bari in Lega Pro. Sul campo poi tanti giocatori appaiono senza fame e mordente, forse imborghesiti da stipendi importanti e dal fatto di provenire da categorie più altisonanti. Ma in C non conta il blasone o il pedigree illustre. Qui vince chi corre di più e il Bari spesso in campo caracolla. Servirebbe un direttore sportivo per sistemare le cose e spalleggiare il tecnico nei momenti di difficoltà. Figura al momento assente dai quadri dirigenziali. Anche questo è un errore. Grave. Non è possibile lasciare un club come il Bari in semi-autogestione. La famiglia De Laurentiis deve decidere nei prossimi mesi dove vuole portare questa società e fare scelte forti. Anche a costo di essere impopolari, ma all’insegna della chiarezza. Altrimenti per il club pugliese il rischio è di vivacchiare nella terza serie, continuando a fungere da fratellastro minore del Napoli. Con tutti i problemi del caso…”.