Nel corso del suo editoriale per “TuttoC.com”, il giornalista Nicolo Schira ha parlato di Pietro Lo Monaco e di alcune frasi rilasciate alcuni anni fa.
Ecco un estratto:
“È proprio vero che le parole le porta via il vento, come recita quel celebre adagio popolare che riassume perfettamente il Pietro Lo Monaco 2.0 in quel di Messina. Proprio lui, eh già non si tratta di un caso di omonimia. Lo stesso Lo Monaco che nel 2015 – basta farsi un giro nel mare magnum del web per ritrovare la compilation di scoppiettanti dichiarazioni dell’allora presidente del club giallorosso – aveva rinnegato la piazza peloritana con dichiarazioni durissime. Frasi shock per dirla alla Barbara D’Urso, che in comune con il neo direttore generale dell’ACR Messina ha le origini campane. Ma andiamo con ordine e facciamo un passo indietro. La travagliata stagione 2014/15 vede l’ex ad del Catania tuonare a tutto spiano nei confronti del popolo pelotirano. Dal più banale “A Messina non si può fare calcio” targato ottobre 2014 al “Questa città vale zero e non merita nulla” del giugno 2015 quale epitaffio della sua avventura giallorossa. Nel mezzo altri missili terra-aria quali: “Scegliere di nuovo di prendere il Messina? Se potessi tornare indietro, non lo rifarei” e soprattutto quel “Dopo di me non c’è un cane. Sará dura trovare un altro coglione che spende soldi nel Messina”. Nonostante i moniti di Lo Monaco, l’ACR un altro “benefattore” in realtà l’ha trovato in Pietro Sciotto che – dopo aver fatto fuori il socio salernitano Carmine Del Regno, il dg Cocchino D’Eboli (ripartito intanto dal suo primo amore Paganese) e mister Raffaele Novelli (quest’ultimo comunque a rischio visti i contatti dell’anima salernitana del club con Eziolino Capuano) – ha scelto proprio Lo Monaco come nuovo uomo forte dirigenziale. Un clamoroso deja-vù per chi non voleva riveder Messina più. Una nomina che spaccato in due la tifoseria. Chissà se Pietruzzo avrà cambiato idea in questi anni… Ah saperlo! Dicono che il tempo sia galantuomo e porti consiglio. Dopo 2 anni senza squadra e un decennio costellato più di incompiute (Palermo, Genoa e il Catania bis come cocenti delusioni) che successi, tutto sommato – a essere maliziosi – Messina (ultima piazza dove Lo Monaco ha inciso e lasciato il segno in maniera tangibile) deve assomigliare al Real Madrid e può rendere un po’ smemorati…”