«Le scarcerazioni dei boss mafiosi sono una vergogna. Lo Stato ha perso, ma non adesso. Ha perso tempo fa, quando ha avviato la trattativa con Cosa nostra che continua tuttora». A dichiararlo, in una intervista esclusiva all'”Adnkronos”, è stato lo storico pentito di mafia Gaspare Mutolo, ex picciotto di Cosa nostra. «Conosco bene uno dei boss finito ai domiciliari, Francesco Bonura, perché eravamo amici- racconta Gaspare Mutolo – E’ una persona per bene, ma, mi dispiace dire che è sempre un mafioso… Anche ai domiciliari. Hanno fatto uscire centinaia di boss e altri detenuti per l’emergenza coronavirus ed è assurdo perché è molto più probabile essere contagiati dai propri familiari che in isolamento. Il paradosso è che noi dobbiamo stare a casa e quelli che stavano al 41 bis, cioè in teoria al carcere duro, che erano completamente riparati dal pericolo, possono lasciare la cella. E’ inutile che adesso il ministro della Giustizia Bonafede annunci in pompa magna che li vuole fare ritornare in carcere. Ormai sono fuori. I buoi sono scappati dal recinto. Ci vorrebbe forse una legge ad hoc, come fecero Andreotti e Martelli tanti anni fa. Ma, in ogni caso, è una buffonata. Sono contento di quello che ho fatto – dice – Io ho ripudiato Cosa nostra e ho cambiato pelle, però in quel periodo la mafia commetteva delle atrocità, ma era Riina il malefico. Mi dispiace dire queste cose, perché Riina a me ha salvato la vita, eravamo amici, mi ha fatto entrare in cosa nostra. Ma non posso dimenticare che ha distrutto Cosa nostra. E’ uscito pazzo, ha ucciso anche suoi parenti”. E ancora sulle scarcerazioni: “Non sono assolutamente preoccupato. Io non ho paura. Nella vita io ho avuto un alleato che è stata la pittura, mi ha dato quel modo di stare isolato, tranquillo. Prima di collaborare avevo imputazione di stragi, omicidi associazione mafiosa. Ho fatto 28 anni di galera, e tutti mi rispettavano perché c’erano i mafiosi buoni e quelli cattivi. E Riina ha incattivito tutti. Per me le scarcerazioni fanno parte della trattativa tra Stato e mafia. E’ stata la prima cosa che ho pensato quando ho letto delle scarcerazioni dei boss – spiega – che ci potevano essere ancora quei patti anche se fatti in ritardo. Basti pensare a quello che sta facendo Giuseppe Graviano dal carcere. Lancia segnali con le sue dichiarazioni nel processo di Reggio Calabria. Prima non sarebbe stato immaginabile. Fa tutto parte della stessa strategia la trattativa tra Stato e mafia non è mai finita. Vedrete».