Scandalo Football Leaks: nella bufera anche club italiani – i dettagli
Il calcio europeo trema. Qualche giorno fa è scoppiato lo scandalo e questo potrebbe creare un grande caos. Secondo l’inchiesta pubblicata da Espresso, Equipe e Spiegel, la Uefa, con Platini presidente e Infantino, all’epoca suo vice, avrebbe aiutato Psg e Manchester City a evitare le sanzioni per le violazioni del fair play finanziario. I due club, secondo l’inchiesta, avrebbero gonfiato le proprie entrate attraverso “contratti fittizi” “sotto copertura dell’Uefa”. Le entrate contestate sono di circa 4,5 miliardi di euro. Secondo i vari documenti analizzati, Michel Platini per conto dell’Uefa avrebbe “negoziato direttamente con il Manchester City” in materia di fair play finanziario. Secondo le regole, un club non può spendere più di quanto guadagna, con pene durissime. Le squadre avevano il progetto di creare un campionato riservato alle squadre più ricche e potenti, quelle con i bilanci gonfiati da sponsor e tv. Si parla della creazione di una società che avrebbe come azionisti 11 grandi squadre: Juventus e Milan, insieme a Paris Saint Germain e Bayern Monaco, le spagnole Real Madrid e Barcellona, le inglesi Arsenal, Chelsea, Liverpool e le due di Manchester, il City e lo United. La nuova società avrebbe il compito di fissare i criteri per la distribuzione dei proventi televisivi, lasciando le briciole alle società di media importanza. Tutto è nato nel 2006 con i rappresentanti di Real Madrid, Barcellona, Bayern, Juventus, Milan, Manchester United e Arsenal che si erano dati appuntamento in un lussuoso hotel di Zurigo. La trattativa è stata gestita da Karl-Heinz Rumenigge insieme ad Andrea Agnelli. Nel mirino dei documenti Football Leaks anche l’Inter ed in particolar modo l’operazione Shaqiri con l’operazione dal Bayern Monaco ai nerazzurri. Questa la ricostruzione del giornale svizzero Tagesanzeiger.ch: “Il trasferimento di Shaqiri dal Bayern è un segnale per i tifosi che il club sta puntando di nuovo a fare grandi cose. Mancini dichiara: “Chi vuole migliorare ha bisogno di qualità e la qualità per me è rappresentata da giocatori come Shaqiri.”
Ma questa è solo la superficie di un contratto enigmatico con il quale il club milanese cerca di aggirare la UEFA. Lo dimostrerebbero documenti arrivati allo Spiegel da Football Leaks. Estratti dai documenti dimostrano come nel 2015 nel prestito dal Bayern all’Inter di Shaqiri si sia cercato di aggirare il Fpf. Nel momento in cui i nerazzurri dimostrano interesse per il giocatore si propone un dilemma. Da una parte i risultati sportivi per un club come l’Inter sono deludenti. Dall’altra parte c’è Thohir che lotta con una situazione finanziaria ereditata da Massimo Moratti. Neanche volendo Thohir potrebbe immettere altri soldi nella società proprio per i vincoli del FPF. Nel gennaio del 2015 la Uefa tiene sotto controllo l’Inter. I nerazzurri sanno di non potersi permettere in quel momento 15 milioni di euro, cifra richiesta dal Bayern Monaco per Xherdan Shaqiri. Ma la pressione dei tifosi è grande, la classifica stenta e c’è il rischio di non riuscire a qualificarsi nemmeno in Europa League. A quel punto l’allora dirigente Marco Fassone cerca di aggirare la situazione con un “trucco”. L’Inter e il Bayern non firmano ufficialmente nessun acquisto, ma un prestito dall’8 gennaio al 31 dicembre 2015. Il club tedesco rinuncia ad incassare un gettone e in questo modo il prestito non va a incidere sulle casse dei nerazzurri”.
Mancini perde presto la fiducia nelle qualità di Shaqiri, pur avendolo in un primo momento elogiato. E la UEFA e dietro all’angolo per controllare i debiti del club, che violano le regole del FPF. Il CEO Michael Bolingbroke deve sottoscrivere il 6 maggio 2015 un accordo con la UEFA. L’Inter viene multata con 6 milioni di euro e altri 14 vengono tenuti in sospeso. C’è la minaccia dell’esclusione dalle Coppe europee. In questa situazione i nerazzurri non possono in alcun modo permettersi i 15 milioni per Shaqiri, che al massimo entro il 31 dicembre dovranno essere versati nelle casse del Bayern. Si cerca un acquirente con urgenza: lo Stoke City. A quel punto l’Inter riscatta definitivamente Shaqiri dal Bayern e lo vende allo Stoke City per 14,5 milioni con una minima plusvalenza. Poco dopo Fassone verrà licenziato dal club nerazzurro. A livello sportivo il trasferimento di Shaqiri all’interno non porta grandi vantaggi. Ma sicuramente li porta a livello economico. Lo dimostrano i documenti di Football Leaks. Nella stagione 2014/15 Shaqiri guadagna circa 93.000 euro al mese. Dall’estate 2015 con l’Inter diventano 180.000. Ma passando allo Stoke la somma guadagnata da Xherdan al mese è di 343.000 euro al mese. E a guadagnarci non è solo il giocatore. In caso di trasferimento internazionale di un giocatore sotto i 23 anni il 5% della cifra va ai club che hanno formato il giocatore. Il Basilea guadagna quindi in quell’estate quasi 600.000 euro e poi altri 600.000 per il passaggio dall’Inter allo Stoke”.