L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul Catania e sull’esercizio provvisorio scaduto oggi.
Scade oggi l’esercizio provvisorio: saranno il Tribunale fallimentare e i curatori a decidere se staccare la spina, e così chiudere anticipatamente il campionato del Catania, dopo aver decretato a fine dicembre il fallimento della storica società etnea, o proseguire. Ma fino a quando e in quali condizioni? La parola “fine” sembra, inesorabilmente, scritta, ma con un colpo di teatro, proprio mentre si stava giocando la partita con il Monterosi Tuscia, l’imprenditore Benedetto Mancini con un comunicato ha, a modo suo, riacceso le speranze, o prolungato l’ennesimo bluff, assicurando che in giornata sarà accreditata la somma di 125.000 euro, equivalente al deposito cauzionale non effettuato venerdì mattina, prima della scadenza della seconda asta.
Bisogna ricordare che, dopo dichiarazione e assicurazioni varie rilasciate alla stampa, Mancini, o meglio i suoi consulenti, sono riusciti a sbagliare tutto il possibile e l’impossibile al momento di presentare l’offerta. Errori voluti, secondo alcune interpretazioni, che farebbero parte di una strategia per arrivare all’acquisizione del Catania tramite, in pratica, la trattativa privata con i curatori fallimentari e non con l’asta. Speranza o illusione per l’ambiente sportivo cittadino che sarà confermata o stroncata nelle prossime ore dall’atteso comunicato del Tribunale fallimentare. Per quanto riguarda il calcio giocato, ormai parte poco meno che trascurabile in tutta questa vicenda che negli ultimi mesi ha preso una piega dolorosissima, la squadra di Franco Baldini ha giocato sabato pomeriggio contro il Monterosi Tuscia non considerando che poteva essere l’ultima presenza in campo per questa stagione e in Serie C. In campo tutti motivati, concentrati, “carichi” nel modo giusto, tanto da regalare ai pochi spettatori presenti una delle prestazioni più convincenti dall’inizio della stagione, con un bottino finale di 3 reti e almeno altrettante mancate per pochissimi centimetri.
È stata una partita “vera”, insomma, per nulla condizionata dalle drammatiche notizie arrivate il giorno prima dal Palazzo di giustizia. Nessuno dei rossazzurri ha risparmiato un passo o un respi[1]ro, come se potessero essere loro a condizionare con il risultato la decisione dei giudici. Alla fine il consueto, prolungato scambio reciproco di applausi tra calciatori e tifosi della Curva Nord, con tanto di foto ricordo, con sorrisi velati di tristezza, secondo un rituale ormai consolidato che, comunque finirà, fa già parte della storia.