Il Sassuolo, passato dalla Serie A alla Serie B, ha deciso di affidare la panchina a Fabio Grosso, dopo l’era di Dionisi e Ballardini. Con questo nuovo assetto tecnico, il club neroverde vuole recitare un ruolo da protagonista nella prossima stagione di Serie B, con l’obiettivo di tornare quanto prima nella massima serie.
Filippo Missori, che ha vissuto l’amara retrocessione con il Sassuolo, è pronto a voltare pagina insieme a tutta la squadra. Missori ha parlato ai microfoni di SassuoloNews.net e al direttore Antonio Parrotto, che lo ha raggiunto all’Hotel Milano di Fondo, dove la squadra è ospitata durante il ritiro. «È stata una stagione difficile e la retrocessione è stata un colpo duro per tutti noi. Ma ora siamo concentrati sul futuro e determinati a riscattarci. Con il nuovo allenatore e il supporto dei nostri tifosi, siamo sicuri di poter fare un grande campionato».
Il Sassuolo sta lavorando duramente sotto la guida di Fabio Grosso, un allenatore con esperienza e una visione chiara di gioco. Il ritiro a Ronzone rappresenta un nuovo inizio per la squadra, un’occasione per rafforzare il gruppo e prepararsi al meglio per le sfide che li attendono in Serie B. La decisione di cambiare sede per il ritiro è stata accolta positivamente dalla squadra, che sta approfittando dell’aria fresca e del nuovo ambiente per rigenerarsi fisicamente e mentalmente. «Ronzone è un posto ideale per lavorare in tranquillità e concentrazione. Siamo tutti molto motivati e determinati a dare il massimo».
Con l’obiettivo di tornare in Serie A ben chiaro in mente, il Sassuolo si prepara ad affrontare una stagione che promette di essere ricca di sfide e opportunità. I tifosi possono aspettarsi una squadra combattiva e decisa a riscattarsi, con l’intenzione di riconquistare il posto che merita nella massima serie del calcio italiano.
Ecco le parole di Missori:
Il ritiro è ormai agli sgoccioli. Come è andata? Che aria si respira quassù in montagna? «È andata bene. Il mister è un ottimo mister, pretende tanto come è giusto che sia, e noi cerchiamo sempre di dare il massimo in ogni allenamento e andiamo avanti per cominciare bene questo campionato, soprattutto adesso che c’è la Coppa Italia per passare il turno».
Con mister Grosso? Qual è stato il primo impatto? Quali sono state le sue richieste? Ti ha dato dei consigli essendo stato un terzino come te…
«Il primo impatto è stato un po’ a spalancare gli occhi perché sappiamo tutti quello che ha fatto nel 2006. Mi ha dato tanti consigli ma mi ha detto di giocare come so e di fare quello che mi viene».
Tu nel 2006 avevi due anni ma cosa ti è stato raccontato di mister Grosso? È stato l’uomo della storia azzurra… «Non mi è stato raccontato granché ma ho visto tanti video soprattutto del rigore procurato con l’Australia, il gol con la Germania, il rigore con la Francia e solo quello già basta per raccontare la sua carriera».
L’anno scorso arrivasti in ritiro con una medaglia al collo, quella dell’Europeo vinto con l’Italia U19. A distanza di un anno coda ti è rimasto di quell’esperienza? «Resta la felicità e la soddisfazione di vincerlo a 20 anni di distanza dall’ultima volta. Resta anche il grande gruppo che si era formato perché secondo me non siamo stati una squadra ma una grande famiglia che si è aiutata nei momenti più brutti e che è riuscita a gioire tutti insieme»
Sei arrivato a Vipiteno con quella medaglia, hai iniziato a conoscere il mondo Sassuolo che è differente da quello della Roma naturalmente. Ti chiedo un commento sullo Special One e poi quali sono state le difficoltà maggiori nel passaggio dalla Roma al Sassuolo e da Roma a Sassuolo? «Da Roma a Sassuolo è facile perché iniziando a vivere da solo devi responsabilizzarti di più, quindi i primi mesi stando da solo sono stati complicati, poi iniziando a conoscere i compagni ho cominciato a uscire, girando per la città, e mi sono trovato molto bene. Tra Roma e Sassuolo cambia il livello di pressione e di attenzione soprattutto fuori dal campo perché magari a Roma perdi una partita ed è difficile uscire o andare a cena fuori, mentre a Sassuolo ti lasciano un po’ più di libertà che non fa male ma non fa neanche troppo bene perché ci sono delle persone che si possono adagiare. È stato per me un anno di responsabilità e di crescita».
Entro a gamba tesa: ti aspettavi di giocare così poco l’anno scorso? «Sinceramente a inizio stagione no, poi come è andata l’annata ho saputo accettare le decisioni perché eravamo in una situazione difficile ed era comprensibile che giocassero i giocatori più esperti».
Con mister Dionisi e Ballardini che rapporto avevi? «Il rapporto, con tutti gli allenatori che ho avuto, è stato di stima, fiducia e rispetto perché anche quando uno ti dà meno minutaggio non è scontato avere lo stesso carattere con loro. Le differenze tra loro? Dionisi era più intraprendente, voleva sempre il massimo dai giocatori, mentre Ballardini durante gli allenamenti ti lasciava un po’ isolato ma sono entrambi due grandi allenatori».
Sotto questo aspetto che hai voluto sottolineare tu ci sono delle piccole somiglianze tra Dionisi e Mourinho o mi sto allargando troppo? Con i dovuti paragoni ovviamente… «Penso che simile a Mourinho non ci sia nessuno perché quello che pretende Mourinho in Italia secondo me non lo pretende nessuno. Lui è uno che ti dà una carica impressionante prima della partite, un giorno, due giorni prima, anche una settimana prima».
A proposito di pressioni, il Sassuolo adesso passa dall’essere ‘una delle tante’ in Serie A ad avere un ruolo da protagonista in B. Che campionato ti aspetti? E quale sarà lo step principale che dovrete fare voi? «Una delle tante secondo me non è corretto perché ogni squadra ha una connotazione, in Serie B sì ci si aspetta di più e dovremo essere pronti ad attaccare subito bene il campionato e fare pressing sulle altre squadre. Non è un campionato facile, una gara di B non è mai scontata, dobbiamo subito approcciare bene per prendere fiducia e conquistare più punti possibili».
Che fioretto saresti disposto a fare per riportare il Sassuolo in A? «Qualunque cosa! Io penso che qualunque giocatore che giochi a calcio e retrocede l’anno prima dalla Serie A potrebbe fare qualunque cosa per riportare la propria squadra in Serie A».