Sassuolo in A. Grosso: «Spezia può ancora vincere i playoff. Inzaghi…»

abio Grosso, intervistato da Nicola Binda per La Gazzetta dello Sport, si gode la promozione in Serie A alla guida del Sassuolo, pur vivendo emozioni diverse rispetto ai trionfi passati. «È stata un’emozione differente – ha raccontato –, in parte per alcuni problemi familiari che mi preoccupano, in parte perché dopo il derby di Modena sono rientrato a Torino per qualche giorno di riposo». Grosso ha seguito da lontano la sfida decisiva dello Spezia, ammettendo: «Avevo staccato tutto, poi ho riacceso e ho visto la gara fino alla fine. Un’altra emozione, va bene così».

La prima telefonata di congratulazioni? «Da mia mamma», ha detto sorridendo. Grosso non ha mai dato nulla per scontato: «Mi rassicuravano, ma io non mi fidavo. Temevo gli avversari e qualche inciampo. Siamo rimasti sempre concentrati sul nostro percorso».

Ripensando al campionato, Grosso ha ricordato: «Dopo le prime quattro partite pensavo che sarebbe stata durissima. Poi, con il primo filotto di vittorie, ho visto solidità e qualità. Anche le vittorie “sporche” a Carrara e Cosenza ci hanno dato forza». E sui momenti più difficili: «A gennaio abbiamo perso Thorstvedt, una grave assenza. Ma i rinforzi sono arrivati e la rosa era già forte».

Il tecnico ha poi svelato come abbia convinto i suoi uomini a reagire alla retrocessione: «In estate è stato dura. Dovevamo far capire ai ragazzi che la Serie B è diversa. Con il direttore Palmieri abbiamo scelto i giocatori giusti, trattenuto molti giovani e fatto capire che serviva riscattare la retrocessione. Tutti l’hanno capito».

Un contributo fondamentale è arrivato anche dai campioni, a partire da Berardi: «È rientrato a ottobre con una ferocia e una determinazione che sono state uno stimolo per tutti. Le sue qualità tecniche già le conoscevamo, ma ha dimostrato anche di essere un vero campione».

Poi il valore degli altri: «Laurienté con le sue accelerazioni cambia tutto. Ma avere Toljan, Romagna, Boloca o altri, è stata una fortuna». Grosso è un perfezionista: «Ho cambiato spesso formazione perché tutti dovevano sentirsi coinvolti. È così che abbiamo raggiunto il record di 21 gol segnati da subentrati nei principali campionati europei».

Il tecnico ha vissuto questa stagione con grande dedizione: «Sempre in hotel, sempre in tuta. Questo lavoro richiede impegno e passione. Recuperavo energie con la famiglia: Sassuolo è a metà strada tra Torino, Pescara e Frosinone dove gioca mio figlio. Amo quello che faccio e come lo faccio».

E sulla promozione: «Le coccarde mi gratificano, ma mi piace di più ciò che riesco a costruire sul campo». Sul futuro è chiaro: «Il contratto c’è e la volontà anche. Se la società è d’accordo, continueremo. L’importante è avere idee chiare fin dall’inizio, come successo quest’anno».

Grosso guarda già alla prossima Serie A: «Servirà una riflessione. Le categorie sono diverse, dovremo organizzarci bene». E sul ritorno in A, scherza: «Chiudo gli occhi e mi vedo a San Siro. Forse perché mi ricorda quel 6-1 in Coppa Italia che vorrei riscattare».

Un pensiero anche per gli amici: «Inzaghi sta facendo un grandissimo campionato, anche se non è mai sereno. E anche D’Angelo non ha mollato: può ancora vincere i playoff».