Sampdoria, parla il ds Mancini: «La B è lunghissima. Dimissioni papà dalla Nazionale? Non è né il primo né l’ultimo…»

Il ds della Samp, Andrea Mancini, ha parlato a “Il Secolo XIX” toccando vari temi.

Ecco le sue parole:

«Come va la vita da ds della Sampdoria? Provo emozioni indescrivibili, la Samp è la mia vita, una seconda pelle: per quel che ha dato alla mia famiglia il minimo è riportarla dove merita. Fare il ds non è facile, è la mia prima volta e ringrazio Manfredi e Radrizzani. Vogliamo creare qualcosa di importante, tornare alla Samp anni ’90. Sarà dura ma con impegno, competenza e pazienza, si può tutto. Bilancio del mercato? Considerati i paletti economici e che il club rischiava di fallire è positivo. Io, la proprietà, Legrottaglie e Pirlo siamo contenti. La squadra è giovane, serve tempo, penso a Stankovic che farà una gran carriera. I ragazzi devono poter sbagliare. La B è lunghissima, ricordatevi del Cagliari: è fondamentale ingranare da gennaio. Pirlo è un grande allenatore, alla Juve e in Turchia ha fatto bene, ha già inculcato le sue idee: sul campo sorprende in positivo. Meritavamo 4-5 punti in più, con il Cittadella faremo una grande gara. Questa Samp in prospettiva è più forte di quella dell’anno scorso. Peccato per Alario, l’Eintracht all’ultimo non l’ha più lasciato andare. Con lui, o Coda, saremmo stati più completi, ma abbiamo De Luca, La Gumina e puntiamo su Esposito che stava andando al Verona ma ha sposato il nostro progetto. Bisogna provare anche i colpi impossibili, come Radrizzani con Bielsa. E poi la Samp è la Juve della B, vale Roma o Lazio, lo so sono di parte ma meglio la Samp in B che altre in A. Le dimissioni di mio papà dalla Nazionale azzurra? Non è né il primo né l’ultimo a dimettersi. E non è stato un fulmine a ciel sereno. La fine tra lui e la Nazionale era arrivata da un po’ ma lui la ama molto e se non fossero successe certe cose sarebbe rimasto. L’offerta araba è arrivata dopo e sfiderei 100 persone a dire no con un contratto del genere, direbbero no in pochi, molto pochi. In passato ha rifiutato offerte importanti per amore della Nazionale. Ma se non sente fiducia va via».