Sampdoria Matteo Manfredi, nuovo proprietario blucerchiato: «La crisi è passata. Pirlo ci porterà dove il club merita»
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla Sampdoria e riporta alcune parole di Matteo Manfredi.
Il peggio è davvero alle spalle. «Con l’omologa vogliamo dimenticarci per sempre la parola crisi», esordisce Matteo Manfredi, nuovo proprietario della Sampdoria, già proiettato sul futuro del club. Sono stati mesi complicati: più difficile il pre o il post acquisizione della società? «Sono state laboriose entrambe le fasi. Il nostro approccio è stato frutto di un lavoro analitico portato avanti sottotraccia per mesi. Vanno ringraziati il CdA e gli stakeholders esistenti e, forse ancora più importante, i creditori. La Samp è un club storico ed ambito, il post acquisizione ha portato con sé difficoltà operative non banali. Questa società è stata acquistata formalmente il 16 giugno e siamo stati costretti a rischiare prima dell’omologa decine di milioni del nostro capitale, ma era l’unico modo per salvare la Samp. Altrimenti avremmo dovuto comprarla in D. Adesso dobbiamo investire pesantemente per rifondare l’infrastruttura».
L’omologa apre una fase due. «Ma restano una serie di obblighi che la nostra situazione finanziaria ci impone di rispettare. E’ un’azienda acquistata all’interno della composizione negoziata, e occorre rispettare parametri particolari rispetto all’indice di liquidità. La nostra sfida è creare un progetto ambizioso, ma sostenibile».
Un avvio tutto in salita: Pirlo è mai stato in discussione? «Pirlo è la nostra guida, ci porterà fuori di qui. Siamo consapevoli che il nostro allenatore sia un campione e abbia le competenze – lui, il suo staff, la squadra – per portarci fuori da questa situazione. Dobbiamo lavorare di più, la qualità è indiscussa. Sapevamo che la B è difficile e che il contesto in cui eravamo costretti ad operare ci avrebbe posto limiti di manovra. C’è una data chiara ipotizzata per la quale ci aspettiamo di essere in A, ma non è oggi. Quest’anno c’è una opportunità, ma l’obiettivo è la solidità aziendale».
Dossier anonimi, illazioni. Da più parti c’è stato il tentativo di ostacolarvi. Perché? «E’ successo perché la Samp è… la Samp e la vogliono tutti. Qualcun altro voleva essere su questa sedia oggi. Noi siamo i custodi di una parte importante del calcio italiano ed europeo. Andremo avanti con il nostro lavoro, anche se sappiamo che subiremo nuovi tentativi di disturbo. Il valore della Samp sono i tifosi. La squadra appartiene a loro. Senza il loro sostegno e la loro tenacia oggi non saremmo nemmeno qui».