L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla Sampdoria.
Sarà perché lui ormai è un cittadino del mondo – nove squadre diverse in tre nazioni, e l’Inghilterra eletta a casa – ma Fabio Borini sorprende sempre per la sua filosofia di vita, non solo calcistica. Salutata la Turchia, l’estate scorsa, s’è guardato in giro. E contro ogni logica apparente («avevo altre opportunità, certo, ma mai ho avuto dubbi nel dire sì alla Sampdoria»), ha scelto la strada più impervia e ricca di incognite. Nella sua testa, anche la più affascinante. E domenica scorsa ha fatto svoltare la squadra, andando a segno per la terza gara di fila con una doppietta pesante che ha rotto il tabù-Ferraris.
Lei l’ha definita «scintilla».
«Avevo usato questo termine già dopo il pari di Ascoli prima della sosta. Là avevamo fatto una partita di categoria, rimanendo sempre dentro la gara. E contro il Cosenza è andata ancora meglio, cominciando dall’atteggiamento, giocando da squadra matura. Abbiamo pagato caro il rodaggio, ma fa parte del percorso di qualunque squadra costruita da zero. Non solo: qui anche la società è stata ricostruita».
Pirlo dice che lei si è messo a disposizione della squadra sin dal primo giorno. E non a caso dopo la vostra esperienza comune in Turchia, il suo nome era il primo della lista nei desideri del tecnico. Una grande intesa fra due uomini di poche parole.
«E’ proprio così (e si mette a ridere, ndr ), con il mister zero chiacchiere e tanta sostanza. Spesso e volentieri non serve neppure che al campo ci salutiamo alla mattina. Ci capiamo comunque, e non voglio che nulla cambi in questo senso. Poi sul resto dico che la squadra viene prima di tutto e io devo stare al meglio per poter dare sempre il massimo».
Inizialmente molti hanno pensato: Borini in B, possibile?
«Ribadisco. Non ho guardato la categoria, ma la Sampdoria, con questo mister. Non c’è stato bisogno di parlare tanto».
Sulla via del ritorno in A, la stagione è compromessa?
«Per me c’è tempo per fare tutto: il club e la proprietà hanno fatto i loro calcoli, noi pensiamo al campo. A fine ottobre non puoi ancora dire nulla. Questa è la base su cui ricostruiremo il futuro, che sia fra un mese, tre mesi, o un anno e mezzo».
In testa alla B secondo lei la classifica è già consolidata?
«Questo campionato è imprevedibile. Ci sono squadre ben attrezzate, ma se la giocheranno tutte».