Sampdoria, Accardi: «Abbiamo operato con la massima trasparenza»

L’edizione odierna de “Il Secolo XIX” ha intervistato il direttore sportivo della Sampdoria, Pietro Accardi, toccando vari temi.

IL RITIRO A JENA «In questi giorni a Jena mi sta scendendo un po’ l’adrenalina, è come se fossi fuori fase…ultimamente ho dormito poco, ma è tanta la carica che ho in corpo per trovare soluzioni, che mi ci sto abituando. Sono arrivato in Germania venerdì sera e le prime sensazioni sono positive. Ho trovato un gruppo che si sta formando, sempre più unito. Con valori alti e sono contento di quello che sto vedendo. Ma è un punto di partenza, c’è tanto da fare».

TEST CON IL MAGDEBURGO  «Per me è stato il debutto dal vivo. La squadra non si è disunita nelle difficoltà e mi è piaciuta. Soprattutto nella prima fase delle amichevoli mi concentro sullo spirito. Vincere alza sicuro morale e autostima, ma io guardo l’atteggiamento. La squadra ora è carica di lavoro, e meno male. Se fosse troppo brillante a fine luglio mi preoccuperei. So che stanno lavorando bene, anche se non sono presente, ma ho qui Beppe Colucci che mi aggiorna e parlo con tutti, da Pirlo agli staff».

IL MERCATO  «Dovevamo fare spazio per le entrate. Mi sono concentrato su quello. L’ho ottenuto con le rescissioni. Siamo ancora in costruzione, anche se abbiamo fatto un po’ di movimenti e l’ossatura si intravede. Ma manca ancora qualcosa».

MANCA UN PORTIERE  «Quello, un braccetto di sinistra e un elemento davanti. Tutino? L’ho portato già a Empoli, ma non c’è ancora nulla di concreto. La sua volontà può contare? Per come lo conosco, sì. Ma ci sono situazioni contingenti che vanno oltre la volontà individuale. Il Cosenza vuole monetizzare. Noi non abbiamo in testa solo Tutino, cerchiamo di farci trovare pronti perché le trattative possono prendere altre pieghe. Non significa che vai sulla seconda scelta, non esistono prime e seconde, ma solo caratteristiche funzionali alla squadra».

LA ROSA  «25/26. Poi ci sono casi di ruoli dove preferiamo tenere uno in più per tutelarci, visti alcuni storici a livello di infortuni. Pedrola, ad esempio, ci puntiamo e lo aspettiamo, ma viene da un lungo stop»

GIOVANI ED ESPERTI – «Avevamo già dei giovani, abbiamo cercato di strutturare di più l’ossatura chi potesse dargli una mano. oltre a Pedrola, ci sono Yepes, Benedetti, Leoni, è arrivato Vulikic, Giordano, Akinsanmiro…E non distinguo tra giovane e vecchio, ma tra bravo e funzionale o no a quel che vogliamo imprimere».

L’INDICE DI LIQUIDITÀ – «È un a fare i conti tutte le sere, io con carta e penna. Per me sono fondamentali Massimo Ienca, Alberto Bosco e Raffaele Fiorella. Oltre ovviamente a Matteo Manfredi, sempre presente e preciso, ci sentiamo più volte al giorno. Siamo un gruppo. E a Alesandro Messicana. Mi ci sono approcciato lavorando tanto. Di indole mi piace organizzare e quindi ad esempio non mi piacciono gli ultimi giorni di mercato. Abbiamo operato su due binari, fare spazio da una parte e seminare dall’altra per i nostri obiettivi. Conti, Verre e Asklidsen hanno portato Coda. Delle Monache: Venuti e Akinsamiro. De Luca: Romagnoli e Meulensteen. Audero: Ioannou, Bellemo e Ghidetti, per ora».

LE AVVERSARIE – «Parlerà il campo. Quando ho accettato la Samp sono stato tempestato di chiamate, perché ci vai? Tutto quello che mi è stato prospettato dalla proprietà, lo sto riscontrando con i fatti. Abbiamo operato con la massima trasparenza. Nei primi 20 giorni non ho potuto chiudere un giocatore, il primo, Coda, il 10 luglio. E se non fossimo riusciti a liberare spazio nell’indice, zero arrivi. Per ogni operazione ci sono 3 parametri da rispettare: indice di liquidità, conto Lega e salary cap con limite a 10 milioni. Lo supereremo certo, ma un nostro obiettivo è ridurre il monte ingaggi».

I PRONOSTICI «Percepisco tanto entusiasmo. I nostri tifosi lo dimostrano tutti i giorni, anche sabato sono venuti a Magdeburgo. Con gli abbonamenti. Li ringraziamo, per noi sono motore vitale. Strada facendo vedremo quale sarà il nostro obiettivo, a oggi rimane lavorare per migliorarci e per i tifosi. Chi va allo stadio, chi ci guarda da casa, i tanti all’estero…sappiamo chi rappresentiamo».