Salvatore Vullo: «Palermo è casa, ma Samp e rosanero devono reagire»
Salvatore Vullo, ex terzino di Palermo e Sampdoria, si racconta con nostalgia e affetto alla vigilia della sfida tra le sue due squadre del cuore. Come riportato da Il Secolo XIX, in edicola oggi, Vullo ripercorre la sua carriera, le emozioni vissute in campo, e analizza il momento difficile delle due formazioni.
L’amore per Palermo e la Sicilia «Non me ne sono mai andato. Ho girato tanto con il calcio, ma la Sicilia è sempre stata casa. Vivo vicino alla Valle dei Templi, dove c’è tutto: mare, storia, buon cibo. Palermo mi ha cresciuto, mi ha dato tutto». Vullo racconta di come arrivò al club rosanero quasi per caso, portato via dal Ribera come terzo giocatore di un gruppo. «Ma dopo il debutto, non mi hanno più tolto».
L’esperienza alla Sampdoria Vullo ha vissuto anni importanti anche in blucerchiato, dove scelse di andare nel 1981 nonostante le offerte dalla Serie A. «Mantovani mi convinse con il suo progetto, e non sbagliò. Fu subito promozione e la Sampdoria iniziò la sua scalata fino a toccare il cielo. All’inizio, però, era dura: due punti in cinque gare. Poi arrivò Ulivieri, che mise tutti sull’attenti, e fu la svolta».
Tra i ricordi più belli, i cinque gol segnati in due stagioni e la soddisfazione di aver insistito per portare Roberto Mancini in blucerchiato: «Giocavo con lui a Bologna, sapevo che era fortissimo. Insistetti tanto e i 15 anni di Mancini alla Samp mi hanno dato ragione».
Marcature celebri e l’orgoglio dei baffi Vullo ricorda anche il suo duello con Maradona: «Era inarrestabile. Se provavi a picchiarlo, ti fregava. L’unica era stargli vicino e sperare». E poi il suo segno distintivo, i baffi: «Non li ho mai tagliati, sono parte di me. Ai miei tempi tanti li portavano, ma io non li ho mai abbandonati. Ora vedo tanti calciatori rasati e tatuati, ma ognuno è libero di essere sé stesso».
Analisi su Palermo e Sampdoria oggi Guardando alla sfida di domani, Vullo osserva: «Il Palermo soffre in casa, anche ai miei tempi la pressione si sentiva, ma i 30mila al Barbera devono essere una spinta, non un peso. Dionisi è un bravo allenatore, l’ho conosciuto ai tempi del Siena Primavera».
Sulla Sampdoria, commenta: «Anche loro stentano, ma c’è ancora tempo per rimettersi in corsa. Devono fare come la mia Samp: iniziare alla sesta giornata e non mollare più».
Tifoserie e pronostico «Alla Samp ho vissuto anni bellissimi, ma Palermo è casa. Tiferò per entrambe. Che vinca il migliore, ma il Palermo con gli scivoloni al Barbera rischia di più. Sarà una gara spartiacque per entrambe».