Salernitana, la spinta del nuovo proprietario del club Iervolino: «Sono un sognatore, Ribery la nostra luce. Possiamo salvarci»
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” ha riportato un’intervista al nuovo patron della Salernitana.
Se sia stata davvero la scelta giusta o meno lo dirà solamente il tempo. Di certo non è una scelta folle, almeno non lo è per lui, che due giorni dopo essere diventato il proprietario della Salernitana sta già studiando ogni singolo dettaglio per rilanciare la squadra granata. E possibilmente salvarla, perché poi il primo obiettivo è proprio quello lì. Danilo Iervolino è ancora a Pescocostanzo, nella piccola Cortina d’Abruzzo, a godersi gli ultimi giorni delle feste natalizie. Feste che – probabilmente – non sono mai state così movimentate come quelle attuali. Oggi pomeriggio, tra l’altro, dovrebbe essere a Napoli per il galà finale del Capri Hollywood 2021, giunto alla sua 26a edizione. E chissà che prima di quell’appuntamento non decida di fare la prima apparizione a Salerno, magari per presentarsi alla squadra e farle un dolce augurio per la partita con il Venezia.
Presidente Iervolino, come ci si sente a essere il nuovo proprietario della Salernitana?
«Diciamo come un neofita che sta per inaugurare una stagione di grande responsabilità, ma che si annuncia anche entusiasmante. E di questo ne sono pressoché certo».
Salerno in due giorni si è già riaccesa di entusiasmo e il merito è chiaramente suo. Sente il peso della responsabilità?
«Assolutamente sì. Ma questa responsabilità la vivo con la serenità di chi si appresta a gestire una societa storicamente importante, che coagula attorno a se la passione e l’affetto di una città intera».
Oggi 8 dei 20 club della Serie A hanno delle proprietà straniere. Vuol dire che il nostro calcio è ancora attrattivo all’estero o – viceversa – che in Italia c’è timore ad investire?
«Credo che la Serie A offra un appeal maggiore rispetto agli ultimi anni. Il livello tecnico delle squadre si è alzato di molto, la vittoria dell’Europeo ha fatto sì che ci sia una maggior propensione da parte dei giocatori di talento a venire a giocare in Italia. Di conseguenza anche l’interesse di investitori istituzionali ad intervenire nel capitale delle nostre società di calcio è crescente e, secondo me, sarà sempre più diffuso».
L’ha già contattata qualche presidente, anche solo per un saluto formale?
«Certamente, tra l’altro con qualcuno avevo già dei rapporti precedenti. Tra i messaggi più belli c’è sicuramente quello del presidente del Torino Cairo».
La sua la considera una scelta folle o una dolce scommessa da vincere?
«Per natura rifuggo dalle follie. Mi piace molto di più l’idea di una scommessa da vincere, che non quella di una scelta folle».
Siamo realisti, però, la Salernitana è ultima in classifica, a -8 dalla salvezza. Quante possibilità ha di conservare la massima serie?
«Difficile parlare di percentuali in questo momento, prima ancora del mio insediamento ufficiale. Quello che posso assicurare è l’impegno immediato che profonderò per un rapido riequilibrio della squadra e dell’ambiente. Se poi parliamo di obiettivi, è evidente che quello di restare in Serie A è il nostro a breve termine. Sono ancora convinto che possa succedere, la classifica è corta. E poi sono un sognatore, che non molla mai».
In tal senso, sarà fondamentale la partita di giovedì contro il Venezia. Che cosa si aspetta?
«Esagero se dico una scoppiettante vittoria? Sarebbe un bel regalo di benvenuto da parte dei ragazzi. Tra l’altro, anche assai gradito».
In città c’è fermento intorno alla figura del d.s. Fabiani. Il mercato di gennaio lo farà ancora lui?
«Nei prossimi giorni farò un accurato approfondimento di tutte le articolazioni della società».
I tifosi però si aspettano subito 3-4 acquisti per sistemare le cose. Che cosa può promettere alla gente granata?
«Ai tifosi oggi prometto di mettere mano immediatamente a una valutazione complessiva delle potenzialità della squadra. È chiaro che il mercato di gennaio è tradizionalmente un mercato di riparazione, per cui eventuali operazioni in entrata dovranno essere valutate con molta attenzione».
Ribery resterà il vostro centro di gravità?
«Ribery è un grande campione e con i grandi campioni da parte nostra ci sarà sempre un’interlocuzione forte e costruttiva. Resta lui la nostra luce».
Secondo lei perché Simy non ha reso come ci aspettava?
«Quando le cose non vanno bene le responsabilità non sono mai dei singoli, bensì di tutti coloro che a vario titolo condividono il progetto».
La Salernitana ha un pubblico e un potenziale come poche altre piazza in Italia. Come intende sfruttarlo?
«La grande energia piena di amore e di passione sprigionata dalla tifoseria granata favorirà l’uscita dalle secche della classifica e conferirà al nuovo gruppo dirigente la giusta carica per operare la scelte migliori. La Salernitana è una grande squadra, ha una grande storia e avrà anche un grande futuro».
Crede che Colantuono sia l’uomo giusto per inseguire la salvezza?
«Non facciamo previsioni, lasciamo lavorare con calma tutti quelli che devono lavorare al meglio per i nostri obiettivi».
Ha pagato la Salernitana dieci milioni ed è pronto a metterne più di 20 per darle nuova luce. È la valutazione corretta dell’investimento?
«Certamente sì, considerando le tempistiche e le modalità in cui è avvenuto il passaggio di consegne».
Per chiudere, quali sono le sue tre chiavi per riportare la Salernitana a brillare.
«Discontinuità, trasparenza e responsabilità. Ma se mi consente di aggiungerne un’altra che mi caratterizza a pieno, direi innovazione».
Per discontinuità, però, che cosa intende esattamente?
«Discontinuità nel progetto con il passato. Poi, è chiaro, viene anche la valutazione degli uomini».