L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma in merito alla sfuriata di Baldini.
Uno sfogo che nasce da lontano. La sfuriata di Baldini per la prestazione di Potenza è il frutto di diverse situazioni, nate anche prima del suo arrivo sulla panchina del Palermo, alle quali non è riuscito a porre rimedio. Il tecnico ha puntato il dito sull’atteggiamento dei giovani sui «musi lunghi» di chi ha avuto meno spazio. Facendo nomi, in alcuni casi, oppure lasciando indizi chiari quando ha preferito non esporsi troppo. Non è una rottura tra il tecnico e il gruppo, ma il tentativo estremo di scuoterlo dinanzi a risultati a dir poco insoddisfacenti. Ribadendo concetti che, negli allenamenti, lo avevano spinto ad altre scelte drastiche, prima di sgolarsi negli spogliatoi del «Viviani» con tutta la squadra. Perché la partita di Potenza, alla fine, si è rivelata essere la goccia di un vaso già colmo da settimane.
Il tecnico toscano è sempre andato per il sodo, senza troppi fronzoli e senza scendere a compromessi. Anche quando c’è da affrontare l’ultima in classifica, come accaduto per Palermo-Vibonese. Nella partita in cui Massolo è stato promosso titolare al posto di Pelagotti, scelta poi confermata alla squadra il venerdì prima della partenza per Avellino, l’unica novità non si è vista tra i pali. Nella rifinitura del giorno prima, in difesa erano schierati Buttaro, Lancini, Perrotta e Giron. Baldini, che in campo ha spesso agito da «psicologo» nei confronti dei giocatori, in questo allenamento si arrabbia con due elementi. E si fa sentire, con voce chiara. Lui, che non cambia quasi mai pettorine in partitella, dopo una decina di minuti sgrida Buttaro e Perrotta, sostituendoli con Accardi e Marconi, che giocheranno l’indomani. Non è una bocciatura, però, perché ci sarà ancora spazio per entrambi, ma il tecnico non nasconde la propria insoddisfazione per le prestazioni del classe 2002 giunto in estate dalla Roma. Ammette pubblicamente di non averlo visto bene ad Avellino e in un paio di sedute, complice il rientro di Doda, non lo schiera in partitella facendogli fare un lavoro differenziato.
A Potenza, però, non è certo Buttaro il giovane per cui sono saltati i nervi di Baldini. Il primo nome lo ha fatto proprio il tecnico ed è Felici, già finito all’indice per la partita di Foggia, in cui è stato sostituito al 37 ’. Da allora, l’esterno di proprietà del Lecce non ha più giocato da titolare, prima della prova d’appello a Potenza. Una prova andata male, così come quella di Doda, che Filippi aveva di fatto escluso dai convocati per le sue ultime partite prima dell’esonero e che Baldini, tolta la trasferta di Catanzaro (con una squadra alle prese con l’emergenza Covid), non ha mai utilizzato prima dei 45 minuti di domenica scorsa. Una chance che il terzino non ha sfruttato. Meno di Doda, adesso, hanno giocato solo in due: Silipo (105 minuti in campo nel 2022) e Fella (110 minuti). Due attaccanti, uno dei quali rientrante a pieno titolo nel discorso dei giovani fatto da Baldini, che probabilmente si sarebbero attesi più spazio col passaggio al 4-2-3-1. Considerando le lodi ad Accardi e togliendo i subentrati a gara in corso, sia Silipo che Fella rientrano nel cerchio strettissimo di calciatori rimasti in panchina a Potenza. Tra questi, il tecnico ne ha notato uno «con le mani in tasca».