In attesa dell’ufficializzazione della mancata iscrizione del Palermo in serie B, alcuni soggetti si stanno già muovendo per rilanciare il calcio a Palermo. Tra questi c’è l’imprenditore Dario Mirri, accompagnato da Sagramola. «Sono molto amico di Dario – ha ammesso Sagramola a Tgs Studio Stadio – e mi ha coinvolto sin da quando è stato chiamato ad intervenire per evitare la penalizzazione». Mirri e Sagramola avevano un’opzione d’acquisto che non è però mai stata esercitata: «Noi abbiamo comunque lavorato per cercare di mettere insieme un gruppo importante – prosegue Sagramola – per una proposta mai formulata e probabilmente che mai sarebbe stata accettata. Arkus ha accettato delle condizioni che nessuno, neanche York, avrebbe accettato. Si sono fatti carico del famoso debito. Erano sconosciuti ai più nel mondo della finanza e dichiarazioni come quelle sui 30 milioni all-inclusive facevano venire dubbi, fin dall’inizio. E credo di non essere stato l’unico». Mirri, subito dopo l’insediamento di Arkus, si rese disponibile per dare una mano: «Proprio lui ebbe a dire che sarebbe comunque stato sempre presente in caso di necessità. Per lui è più una questione di cuore, che imprenditoriale. Come tutti i tifosi, però, ha sperato che questa situazione si risolvesse, anche se ci eravamo messi a lavorare ad un altro progetto ambizioso». Quello di una seconda squadra palermitana, con «una società come Cus o Parmonval per rivalorizzare il patrimonio giovanile locale». Il progetto parallelo, però, era stato concepito «dando per scontato che il Palermo continuasse il suo percorso». Se la Covisoc darà l’ufficialità della mancata iscrizione in B dei rosanero, si dovranno rivedere i piani: «Il Palermo in sé ha bisogno di una crescita immediata – ribadisce il dirigente – alla fine i giovani li valorizzi sempre, come l’Atalanta. Il Palermo in Serie D deve pensare a tornare ai livelli che merita la quinta città d’Italia, il più rapidamente possibile». Sul tentativo di Arkus di salvare la categoria: «Spero che ci riescano, per solidarietà verso chi perderà il lavoro e verso un amico che ha messo soldi. Onestamente, però, credo ci siano zero possibilità». Il 12 luglio potrebbe concludersi il calvario: «Laddove fosse certificata la morte sportiva dell’attuale Palermo, il percorso del sindaco sarà in fotocopia rispetto a quello di Bari, Avellino e Cesena. Va presentato un progetto sulla base del quale il sindaco, o la commissione, indicherà quello meritevole di rappresentare la città, presentandolo alla Figc. Ritengo che interverranno più soggetti, quello che mi sento di dire è che la quinta città d’Italia non merita di essere considerata seconda squadra di nessuno. Dovesse arrivare anche il più importante presidente di Serie A, tu più della Serie B non potrai fare, dato che non è permesso nemmeno un rapporto di parentela fino al quarto grado». Sui soggetti interessati poi: «Preziosi – conclude Sagramola -ai tempi manifestò il suo interesse convinto di cedere il Genoa di lì a breve. Ferrero quando cederà la Sampdoria si vedrà»