Sabatini: «Spero di tornare in pista. Non lascio il calcio senza aver scoperto altri 5-6 grandi calciatori»
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” riporta un’intervista a Walter Sabatini.
Il calcio è più di una piacevole compagnia. È vita. E se la vita hai avuto paura di perderla, anzi un brutto giorno ti sei proprio accorto che stava scivolando via, tutto assume un sapore diverso. Walter Sabatini è come un giocatore che sta recuperando da un infortunio e aspetta di rientrare. Solo che lui, a 69 anni, deve recuperare da qualcosa di più grosso e grave: «Però sto molto meglio. Non sono ancora al 100%, ma combatto. Guardo tutte le partite che posso, perché il calcio per me è magia: faccio gli stessi pensieri, gli stessi sogni di quando ero adolescente. Non è solo intrattenimento, ma oggetto di studio. Spero di tornare in pista, ma senza ansia».
Napoli capolista alla sosta di ottobre. La squadra di Conte è la vera anti-Inter? «Sì, anche se i nerazzurri restano i principali candidati allo scudetto. Il Napoli ha preso una strada di grandissima applicazione e velocità di pensiero. Gioca un calcio euforico, divertente e remunerativo, segna tanto. Sta crescendo Lukaku. Molti giocatori hanno una condizione stratosferica grazie al lavoro di un eccezionale allenatore. Quella di Conte è stata un’ottima scelta da parte di De Laurentiis. Antonio è un tecnico che fa sempre risultati. Senza Conte sarebbe stato difficilissimo per il Napoli uscire dalle sabbie mobili in cui si era impantanato».
L’Inter concede qualcosa, ma resta superiore? «Sì, sta perfezionando l’uso del turnover per poter ambire sia allo scudetto sia alla Champions. Ha mostrato qualche fragilità, ma sono cose risolvibili. E poi ha un allenatore fantastico».
Cosa le piace di Simone Inzaghi? «Sta completando il suo bagaglio, ogni anno aggiunge qualcosa, non si ferma, si aggiorna».
Cosa la delude del Milan? «Non vedo continuità: buoni momenti e poi un netto calo all’interno della stessa partita. E non c’è solidità, la fase difensiva è debole».
Avrebbe scelto Fonseca?
«Non è lui il problema: è un tecnico che sa far giocare bene le squadre ed è coraggioso, come dimostra il cambio tattico nel derby quando aveva tutti contro. Quella sera è stato bravissimo».
Il Toro ha cambiato pelle con Vanoli. Dove può arrivare senza Zapata? «Questa è una grave perdita. Il Toro aveva iniziato bene e la squadra stava imparando a proporre nuove cose. Purtroppo Zapata mancherà perché dava forza collettiva. Trascinava tutti».
Per chi pagherebbe il biglietto? «Due nomi fuori dai top club: Bernabé e Nico Paz».
Cosa pensa di Daniel Maldini? «Che è molto forte. Lo dissi a papà Paolo tempo fa. Ha personalità, prende rischi ed è propositivo».
Sabatini, lei costruisce squadre da 30 anni. Qual è l’acquisto di cui va più orgoglioso? «Il migliore lo devo ancora fare. Ho tante idee e la prossima volta gliele racconto. Ma le dico questo: non posso lasciare il calcio senza aver piazzato altri cinque o sei grandi giocatori».