Russia 2018, Hooligan russo minaccia: “I gay stiano attenti, i neri…”
I mondiali di calcio che si svolgeranno in Russia la prossima estate non saranno soltanto ad alta tensione a causa dell’allarme terrorismo, ma ciò che realmente preoccupa saranno le migliaia di ultras che si riverseranno nelle città dove si svolgerà la manifestazione. A conferma di questo problema, risolvibile soltanto attraverso un’attenta opera di prevenzione e con un efficiente servizio di ordine pubblico, sono arrivate quest’oggi le dichiarazioni di un Hooligan russo riportate da “La Gazzetta dello Sport”. Questo tifoso ha fatto un po’ il punto della situazione per ciò che concerne i rapporti tra le varie tifoserie che si incontreranno durante la manifestazione, e di certo non ci si aspetta nulla di buono. “So che sono preoccupati, isterici – ha riferito il tifoso -. Ma ci saranno misure di sicurezza senza precedenti. E poi i nostri avversari storici sono gli ucraini che non sono qualificati, oppure i croati, nemici dei nostri fratelli serbi. E i polacchi, ma gran parte di loro non avranno il visto per entrare in Russia. I nostri hooligan si focalizzeranno su questi e non su inglesi e francesi. Gli inglesi li abbiamo dimenticati da tempo, ma forse loro non hanno dimenticato i fatti di Marsiglia. Ai francesi do il benvenuto, ma se vogliono battersi consiglio di farlo in occasione delle gare europee dei club“. Non sono mancate poi parole legate al tema del razzismo e dell’omofobia, infatti a tal proposito il tifoso si è così espresso: “Razzismo? Non va cercato dove non ce n’è. E in Russia non c’è razzismo perché non abbiamo mai avuto schiavitù o colonie. I neri sono talmente rari da noi da essere una curiosità. L’altro giorno ne ho incrociato uno con il colbacco che mi chiedeva indicazioni: troppo divertente. Neri, rossi, gialli, rosa sono tutti benvenuti da noi. Ma i gay devono rispettare la cultura del paese che visitano. Magari puoi venire con il tuo amichetto, prenotare la stessa stanza d’hotel, ma non baciarlo o tenergli la mano in Piazza Rossa”. Parole dunque che sono sintomo di un arretratezza culturale e che si possono intendere come una minaccia verso i gay, sicuramente niente da insegnare ai bambini.