Rummenigge: «Superlega? Se esistesse la Serie A diventerebbe la B»

Karl-Heinz Rummenigge, membro del consiglio direttivo del Bayern Monaco, ha parlato a La Gazzetta dello Sport in merito alla Superlega.

Di seguito le sue parole:

«Non sono preoccupato. Lo ero la notte in cui hanno annunciato la Superlega. Erano dodici, avevano cercato di convincere invano noi e altri, erano alla rottura. Ho pensato: “E se fanno davvero la rivoluzione? Sarebbe il caos”. In due giorni la bolla è scoppiata. Ero allo stadio per il Bayern e Ceferin ogni cinque minuti mi mandava sms per dire: s’è ritirato il Chelsea, il Liverpool, il City… Era finita. Hanno provato con Oliver Kahn, il mio successore designato all’epoca. Io, Uli Hoeness e il presidente Hainer abbiamo detto: “Mai con noi! Vogliamo vincere, ma regolarmente”. Anche il Psg la pensava così».

«Non sono più riuscito a parlare con Andrea dalla domenica in cui ha staccato il cellulare. Giravano voci, non veniva a Montreux e non rispondeva. Credo non abbia avuto il coraggio di dire cosa stava facendo. Capisco che il coronavirus abbia forzato i club ad accelerare, qualcuno voleva soldi freschi, ma quella presentazione non è stata professionale. Lui non lo capisco e mi spiace umanamente. Era presidente Eca, era nell’Esecutivo Uefa, era presidente di una Juve tra i cinque top club. Ha perso tutto. Anche l’immagine. Andavamo d’accordo, ma, quando gli dicevo che il calcio non è solo economia, non la pensava come me. Se esistesse la Superlega? La Serie A diventerebbe la Serie B e la Bundesliga la seconda divisione. Tornei poveri. E tutto questo sa perché? Per danneggiare la Premier che incassa di più semplicemente perché è più brava. Soprattutto le spagnole: volevano danneggiarla e si sono inventate questo torneo, l’unico che conterebbe. Addio Juve-Cagliari, addio Bayern-Bielefeld».