Giovani, bravi, palermitani e con il sangue rosanero. Ogni ragazzo che si appresta ad intraprendere la carriera di calciatore sogna, un giorno, di poter vestire la maglia della squadra per cui tifa. E’ anche il sogno dei tanti giocatori nati nel capoluogo siciliano che, da pochi mesi o da un paio di anni a questa parte, si stanno confrontando con il calcio professionistica con un unico obiettivo: quello di crescere e di giocare un giorno per il Palermo. Nasce così la nuova rubrica di Ilovepalermocalcio.com dal titolo “Sogno una maglia rosanero”, che vi racconterà i sogni e le ambizioni di quei ragazzi palermitani in giro per l’Italia che lavorano duro con la speranza di poter diventare un giorno beniamini dei tifosi del “Barbera”.
Il primo protagonista è Luca Fiordilino, centrocampista tuttofare che quest’estate, dopo tanti anni trascorsi nel settore giovanile, si è affacciato per la prima volta al mondo del professionismo trasferendosi al Cosenza in Lega Pro. Luca nasce il 25 luglio del 1996 a Palermo ma è originario di Casteldaccia. Ciò comunque non gli impedisce di innamorarsi di quella squadra che poi, nella sua adolescenza, diventerà una seconda pelle.
Luca, com’è nata la tua passione per il calcio?
«Mi sono avvicinato al calcio fin da piccolo. Sia mio padre che mio fratello giocavano a calcio. Ricordo quando ero bambino e li vedevo allenare, sono stati la mia fonte di ispirazione. Così è scoccata la scintilla per questo sport e non ho perso tempo a tirare i primi calci ad un pallone».
E la scintilla con il Palermo invece quando è scoccata?
«Quasi in contemporanea con quella per il calcio. Sono sempre stato un tifoso rosanero, è un amore che dura da tanti anni. Più volte sono stato allo stadio e che dire, quell’ambiente e quell’atmosfera che si vive al “Barbera” non può non farti innamorare del Palermo».
C’è una partita alla quale tieni particolarmente?
«Beh, da palermitano Doc, non potrei non dirti il derby contro il Catania. Con i rossazzurri è sempre la partita più sentita. Io ho anche avuto la fortuna di poterla giocare con la maglia rosanero nel settore giovanile, poter essere protagonista in campo è un’emozione ancor più bella di quella che si vive sugli spalti. Ogni gara contro il Catania trasmette delle sensazioni uniche».
A proposito di settore giovanile, quando è iniziato il tuo legame con la squadra rosanero?
«Tantissimi anni fa. Ho iniziato con i Pulcini, da lì ho fatto tutta la trafila delle giovanili fino ad arrivare in Primavera dove con mister Bosi sono diventato un giocatore fondamentale nell’11 titolare e dove ci siamo tolti tante soddisfazioni, andando incontro però anche a tante delusioni. Ma ogni attimo della mia esperienza in rosanero lo porto nel cuore ed è stato fondamentale per la mia crescita».
Raccontaci un po’ gli anni trascorsi nella formazione Primavera…
«Sono state delle stagioni intense. Poi, per un palermitano, vestire la maglia del Palermo a qualsiasi livello è sempre qualcosa di veramente unico. Già due anni fa ho trovato spazio con Bosi, ma soprattutto lo scorso anno sono diventato a tutti gli effetti un uomo squadra. Rientravo sempre nell’11 titolare ed ero diventato uno dei pilastri portanti di quella formazione. Tuttavia il ricordo che rimane più indelebile di quelle stagioni è purtroppo l’amarezza che abbiamo provato nella finale play off contro la Lazio dello scorso anno (finita 10-9 ai rigori in favore dei biancocelesti, 2-2 dopo 120′, ndr). Eravamo ad un passo dalle finali Scudetto, ci credevamo veramente tanto. Eravamo una buona squadra. Il ricordo più bello che porto dentro è invece il derby vinto contro il Catania davanti a quella bella cornice di pubblico sugli spalti del “Comunale” di Santa Flavia. Ci giocavamo l’accesso ai play off e vincere davanti a tutti quei tifosi è stato emozionante».
Grazie alle tue buone performance sei riuscito ad allenarti anche in prima squadra…
«Sì, mi è capitato qualche volta di allenarmi coi “grandi” ed è stata sicuramente un’esperienza molto costruttiva. Com’è normale che sia ho cercato di prendere il meglio dai giocatori più esperti, soprattutto da Enzo Maresca che condivide il mio stesso ruolo. L’ho osservato con attenzione per provare a rubargli qualche segreto del mestiere. Mister Iachini con noi è stato molto disponibile, ci ha detto di stare sempre attenti alla fase tattica e di non mollare mai né in allenamento né in partita perché solo con il lavoro si raggiungere il top».
Quest’anno è arrivata la prima chiamata di un club professionistico. Era una tua ambizione provare una nuova esperienza lontano da casa o è stata un’occasione che hai colto?
«Essendo un classe ’96 potevo rimanere un altro anno in Primavera da fuori quota. Tuttavia le mie intenzioni sono state fin da subito quelle di andare a misurarmi con un campionato diverso, a farmi le cosiddette ossa. Anche la società era d’accordo su questa mia scelta ed abbiamo discusso con Baccin sulla possibilità di trasferirmi in prestito in una squadra di Lega Pro per confrontarmi con giocatori più esperti».
Al Cosenza non hai perso tempo ad importi e, dopo qualche spezzone di gara, sono già tre le partite consecutive in cui parti titolare. Com’è iniziata questa avventura coi calabresi?
«E’ sicuramente un altro calcio rispetto a quello giovanile, anche dal punto di vista fisico. Qui bisogna essere veloci coi piedi ma soprattutto con la testa, pensando cosa fare prima che ti arriva il pallone. Mi sto trovando molto bene sia con lo staff che con tutti i compagni di squadra. Mi hanno aiutato ad ingranare subito con questo nuovo mondo e ad avere un impatto positivo con il calcio professionistico».
Un tirocinio per poi poter vestire, un giorno, nuovamente la maglia del Palermo…
«Sono ancora di proprietà del Palermo e spero di ritornarci in futuro, non solo di passaggio. Per un palermitano giocare con la maglia rosanero è l’aspirazione più grande. Potermi ritagliare un giorno uno spazio in Prima Squadra. Tutto però passa da quanto bene farò con la maglia del Cosenza e sono concentrato al 100% sulle sorti di questa squadra. Voglio continuare così come ho cominciato e lavorare sodo per costruirmi una carriera. Ovviamente il sogno di ogni bambino palermitano è quello di vestire la maglia del Palermo ed è anche il mio!».