Rocchi: «Appendice playoff e playout di B stupenda, zero interventi VAR in 10 partite»
Gianluca Rocchi (responsabile CAN), ha fatto il punto di fine stagione in conferenza stampa dall’Aula Magna di Coverciano, parlando sia della gestione degli arbitri in Serie B che in Serie A:
«L’ultima volta che ci siamo visti ero un po’ arrabbiato, ma stavo vivendo un periodo dell’anno in cui percepivo il bisogno di una scossa forte per i ragazzi e visto il girone di ritorno, è servita. Ci eravamo dati degli obiettivi, sin da 3 anni fa quando abbiamo cominciato. L’appendice dei playoff e playout di Serie B è stata stupenda perché abbiamo avuto zero interventi VAR in 10 partite. Zero. E senza neanche usare i nomi top… Nonostante tutto siamo stati costretti a usare meno giovani, la lotta retrocessione nel finale è stata molto incasinata, scusatemi il termine ma ci si giocava la vita. Cerchiamo di indirizzare su quei ragazzi che danno risposte molto forti. L’organico è troppo grande, dobbiamo ridurre il numero di arbitri, 39 sono oggettivamente tanti. Crediamo che il numero sia 30-32, con quelli riusciamo a fare una Serie A di alto livello. Averne tanti è un vantaggio perché con questi numeri possiamo permetterci la strada di ricerca e prova dei nuovi talenti. Fossimo pochi, faremmo più fatica. Invece abbiamo inserito tanti giovani: oggi alcuni sembrano esperti, ma tre anni fa erano appena arrivati. I risultati poi ce li dà anche la scelta da fuori degli internazionali: abbiamo avuto 179 designazioni da FIFA e UEFA e vi posso garantire che Rosetti e Collina non ci hanno regalato niente. Abbiamo anche fatto 87 designazioni per altre campionati, e l’altra metà le abbiamo rifiutate. Abbiamo mandato arbitri in Arabia, Azerbaigian, Cipro, Croazia, Emirati Arabi, Grecia e Turchia. Dove siamo molto richiesti è soprattutto il VAR: siamo rimasti sorpresi positivamente. Abbiamo due arbitri all’Europeo e non è scontato, non so da quanti anni era… E non solo, abbiamo Mariani come unico rappresentante UEFA alla Copa América. E ricordiamoci sempre che c’è Massa nel percorso del Mondiale 2026, anche lì saremo tra i pochi ad averne due. Alle Olimpiadi saremo rappresentati da Valeri e Di Monte. Più di così non potremmo chiedere ai nostri ragazzi e la cosa che mi rende orgoglioso è che sono tanti, non parliamo di un fenomeno singolo. Abbiamo dei giovani che crescono, il Derby di Milano l’hanno fatto Colombo e Sozza, così come le finali playoff: vogliamo allargare il gruppo degli arbitri di qualità. E poi vogliamo incrementare il gruppo VAR arbitro dai 13 di oggi a 20-22, mentre sugli assistenti l’utilizzo è limitato perché c’è la rigida indicazione che il ruolo può farlo solo un ex arbitro e non un ex assistente: c’è questo blocco. La qualità media dei gruppi arbitri VAR è superiore alla media e come categoria sono molto richiesta, a volte più degli arbitri stessi».
«Razzismo? Era stato una delle cose sulle quali stare attenti, abbiamo avuto un caso, quello di Maignan a Udine in cui Massa era stato bravissimo. E sì, anche Acerbi con Juan Jesus ma parlo di rapporti tra il pubblico e i calciatori. Questo vuol dire che il pubblico come prima cosa si è comportato meglio e che, se stimolate, sul tema le persone danno risposte. Noi vorremmo avere zero casi, non uno, però possiamo farci un applauso tutti, come sistema calcio. Open VAR? Per me è stato un lavoro molto, molto faticoso, lo dico sinceramente. Ci siamo dovuti reinventare un lavoro che non è il nostro: vi garantisco che andare davanti a una tv non è proprio semplice. Ha avuto un grande vantaggio, ci ha costretti a lavorare ancora di più sulla comunicazione. Uno sforzo che avevamo chiesto e al quale abbiamo avuto ottime risposte: le comunicazioni audio sono pulite e sono come sono, non ne abbiamo tagliata mezza. Come esperienza è stata molto bella e ha permesso agli arbitri di far capire come lavoriamo, fuori dal nostro mondo. L’obiettivo è avere un campionato che sia più corretto possibile. Dei cinque macro-obiettivi che ci siamo posti, uno non è stato raggiunto e siamo lontani, ovvero riduzione e redistribuzione organico. Gli altri sono o raggiunti o in raggiungimento».
«Partite spezzettate? Questo però non ci può spostare. Il VAR è uno strumento straordinario se usato bene… Un altro aspetto che rende difficile l’arbitraggio è che tutte le partite sono estremamente competitive. Quando ho iniziato ad arbitrare io in Serie A, grande contro piccola aveva quasi il risultato scontato ma oggi non è così: abbiamo il doppio delle vittorie esterne rispetto a vent’anni fa. Il ricorso al VAR è perché dei risultati così vicini portano a guardare al capello, ma non è l’obiettivo nostro. Regolamento? Soprattutto coi giovani lavoriamo per capire la giocata e non applicare solo il regolamento. Chi ha recepito meglio le nostre direttive sta facendo certe partite… Gli arbitri sono arbitri di calcio. Errori? Nel girone di ritorno ne metto 4 e si è sentita la differenza, il cambio di passo, anche per alcune scelte di stringere la cinghia sulle designazioni. Voti? I voti dateli pure voi, chi ha ottenuto è perché meritava».