Robinho senza più tifosi, sponsor (e amici). Condannato in Italia per stupro, gli ex compagni non lo cercano più. Vive recluso nella sua villa in Brasile

L’edizione odierna de “Il Corriere della Sera” si sofferma sulla vicenda che riguarda Robinho isolato da tutti dopo la condanna per stupro.

Al Milan non hanno più nemmeno un numero di telefono buono. «Quello vecchio è staccato da un pezzo» racconta chi lo ha conosciuto da vicino negli anni rossoneri. Anche volendo, non saprebbero nemmeno come contattarlo, per spedirgli una maglia o invitarlo a una delle tante amichevoli delle vecchie glorie. Non che ci si aspetterebbe un sì: se davvero Robinho vuole scampare al carcere, non deve azzardarsi a tornare in Italia. Ma soprattutto deve sperare che il Brasile continui a negare l’estradizione: da quando la condanna per stupro di gruppo ai danni di una 23enne è stata confermata in Cassazione, su di lui pende una condanna
definitivaa9anni firmata dalla giustizia italiana.

Era la notte del 22 gennaio del 2013. L’attaccante, sbarcato trionfalmente al Milan nell’ultimo giorno di mercato dell’agosto del 2010 con Ibrahimovic, avrebbe abusato sessualmente di una ragazza di origini albanesi assieme ad altre cinque persone. Le violenze avvennero nel guardaroba di un locale in zona Bicocca, il Sio Café: il pm Ammendola nel processo di primo grado mise agli atti che gli uomini offrirono da bere alla giovane fino a renderla ubriaca, «incosciente e incapace di opporsi». Completati i tre gradi di giudizio, la Procura di Milano si appresta a chiedere l’estradizione per il giocatore: il fatto che il Brasile la vieti per i propri cittadini è di parziale consolazione; Robinho è consapevole che qualora tornasse in Italia lo aspetterebbero le manette. Di lui ora si sa pochissimo. Persino Pato, che oltre ad essere suo connazionale ha vinto con lui uno scudetto nel 2011, chiede in giro novità sul ’ex compagno. E anche i legali italiani a cui si è rivolto preferiscono non rilasciare dichiarazioni. «Scomparso dai radar» sospirano i vecchi compagni, che pure ammettono di non averlo più cercato. Prima gli sponsor, poi i compagni, perfino gli amici: dopo quella storiaccia, tutti gli hanno voltato le spalle.

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Redazione Ilovepalermocalcio