L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sui dubbi sul modulo del Palermo con Corini a lavoro per risolvere un rebus.
Il ritorno al passato non ha funzionato ma il dubbio rimane. Tridente o trequartista? Un dilemma che accompagna Corini nella settimana di preparazione alla trasferta a Terni, quella in cui il Palermo dovrà cercare di cambiare marcia e cercare di scacciar via la crisi di inizio stagione, per la quale non è bastato portare la squadra a Manchester in ritiro. Se in Inghilterra si è provato a più riprese il consueto 4-3-3, insistendo sul tridente Elia-Brunori-Di Mariano al rientro in Sicilia è emersa la possibilità di tornare al vecchio 4-2-3-1, già utilizzato in avvio di campionato e progressivamente messo da parte per favorire l’inserimento dei nuovi arrivati.
Da un lato, la necessità di inserire un uomo in più nella zona di campo più avanzata, viste le caratteristiche di un Südtirol mostratosi a dir poco compatto in difesa. Dall’altro, il bisogno di trovare nuove soluzioni per far segnare i rosa, a digiuno ormai da 221 minuti di gioco. I numeri dicono che col 4-2-3-1, il Palermo segna di più. È con questo schieramento che è stata realizzata l’unica rete esterna di questa stagione col Bari ed era ancora schierata così la squadra di Corini quando ha abbozzato un tentativo di rimonta con l’Ascoli. Da allora, da quell’incornata di Segre che ha posto il risultato sul definitivo 2-3 con i bianconeri, è arrivato solamente un gol. Quello di Brunori al Genoa, con un 4-3-3 puro e con tutte le caratteristiche del tridente in risalto: il pressing la velocità, la ripartenza in contropiede e l’opportunismo del proprio bomber.