Rispoli: «Io superstizioso. Ecco i miei riti prepartita»
“Si vince e si perde tutti insieme”. Ecco un vecchio luogo comune tipico dei dibattiti calcistici, sempre presente in interviste e commenti post-gara. Tutto vero, per carità, come spesso accade coi vecchi luoghi comuni. Ma chiedete a chiunque abbia seguito l’attuale disastrata stagione del Palermo, e saranno tutti d’accordo: di certo non è sulla fascia destra che perdiamo le partite. Andrea Rispoli è il capitano in campo del Palermo, e una delle poche ragioni per vedere le partite dei rosanero con un’unghia di speranza. Perché Rispoli, a prescindere dall’avversario che si trova di fronte, si tratti pure di Ghoulam o Alex Sandro, se la gioca (quasi) alla pari. In una stagione come questa non è cosa da poco. Allora, prendo spunto da qualche tua vecchia intervista. A quanto pare sei molto superstizioso. «Sono un tipo abitudinario, per cui tendo a ripetere certi gesti prima delle partite». Esempi? «A parte il segno della croce, che è un fatto religioso, faccio due saltelli veloci prima di entrare in campo. È nato così, per caso: una volta ho fatto due saltelli prima di entrare in campo e ho giocato un partitone clamoroso. Da quel momento lo rifaccio. Sono cose abbastanza diffuse, qualcuno magari ha manie più bizzarre, che so, tenere gli scarpini allineati o uno leggermente più avanti di un altro. Tutto qui. Diciamo che sono superstizioso senza esagerare»”. Questa la prima parte dell’intervista ad Andrea Rispoli pubblicata oggi su “La Repubblica”.