“Tu hai avuto una carriera un po’ anomala, secondo me. Credo che a Palermo nessuno ti possa dire niente, te la giochi sempre con tutti, sei anche un terzino molto moderno, per esempio dai il meglio di te negli ultimi venti minuti, grazie all’intensità atletica di cui disponi. E a memoria, giochi così da tanto tempo. Ricordo una parte della tua esperienza a Parma, quando hai avuto modo di giocare con continuità. O la magnifica stagione alla Sampdoria di Iachini. Ecco, dopo quella stagione io mi aspettavo ti confermassero, o che comunque qualche squadra di serie A medio-alta puntasse su di te. Invece sei ripartito da Padova. «Io mi ritengo una persona fortunata, perché faccio un mestiere stupendo, che mi permette oltretutto di guadagnare abbastanza da vivere bene. Sono molto fortunato. Detto questo, all’interno della mia carriera ho avuto un po’ di sfortuna. Alcuni momenti in cui, semplicemente, non tutti i tasselli sono andati nel posto giusto. Alla Samp dopo un girone d’andata brutto, eravamo quartultimi, con l’arrivo di Iachini abbiamo fatto quella cavalcata pazzesca fino ai play-off e alla promozione in A. Io feci un girone di ritorno clamoroso. Poi, per una serie di ragioni che è inutile stare a spiegare (La società e il nuovo direttore sportivo non confermarono Iachini, presero Ciro Ferrara e decisero di non puntare su Rispoli ndr) sono andato via. Ho fatto un anno a Padova, una bella esperienza, anche se forse è stato un rallentamento rispetto a come stava andando la mia carriera»”. Questo uno stralcio dell’intervista ad Andrea Rispoli pubblicato su “La Repubblica”.