L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Bari che ieri ha battuto il Taranto ed ha iniziato la sua fuga.
Ringrazia il Catania, sistema il Taranto e vola a +8 dal Palermo (e dalla Turris). Non poteva essere più felice la giornata per il Bari di Michele Mignani, campione d’inverno del gruppo C con una giornata di anticipo. Il presupposto ideale, prima dello scontro diretto in Sicilia di domenica prossima. Il derby? Antenucci e soci lo hanno reso facile facile, fin dalle prime battute. Troppo netto il divario con un Taranto remissivo, dove soltanto Giovinco ha cercato di creare imbarazzi alla retroguardia barese.
Carica Solo Bari nei primi 45’. Vero è che la strategia ispirata alla prudenza del Taranto (Laterza è partito con un 3-5-2, o meglio 5-3-2) si è sbriciolata dopo circa un quarto d’ora. Fatale agli ionici una botta angolatissima su punizione (poco fuori area) di Pucino, al primo centro con il Bari. Una vecchia specialità rispolverata nell’occasione dal difensore, ma la responsabilità di Chiorra è apparsa evidente. Il gol ha dato maggiore carica alla capolista, che ha fatto pesare l’evidente superiorità sul piano del palleggio. Il Taranto? Non è riuscito a reagire, un tiro sbilenco di Labriola. Null’altro. E così è stato monologo del Bari fino all’intervallo. Sempre Pucino, con un altro calcio piazzato, ha sfiorato il raddoppio. E dopo un erroraccio di Mazzotta (lanciato da Paponi) in area avversaria, il raddoppio è maturato quasi naturalmente. A suggello della migliore manovra del primo tempo: incursione di D’Errico al centro, velo di Antenucci e gran sinistro di Ruben Botta dal limite (lieve deviazione di Granata). Un’altra giornata di gloria per il fantasista argentino.