Rinaudo: «Palermo, Brunori andava assolutamente venduto quest’estate! Adesso do ancora più valore al mio lavoro»
Nell’intervista pubblicata oggi sul Giornale di Sicilia e curata da Massimiliano Radicini, Leandro Rinaudo, ex direttore sportivo e figura simbolo del Palermo, offre una riflessione approfondita sul difficile momento che sta attraversando il club rosanero.
Con il suo vissuto da giocatore, dirigente e responsabile del settore giovanile, Rinaudo non si limita a un’analisi tecnica, ma tocca anche aspetti emotivi e gestionali. Parlando del cambio di ds, esprime fiducia nell’esperienza di Carlo Osti, ma evidenzia come la situazione richieda prima di tutto ordine, equilibrio e un’identità chiara, elementi che al momento sembrano mancare.
Tra i casi più spinosi c’è quello di Brunori…
«Per me Brunori andava assolutamente venduto quest’estate. Credo che non ci sia stato il coraggio di venderlo e sostituirlo con un altro giocatore altrettanto importante, o addirittura ancora più importante, per poter vincere il campionato dato che l’obiettivo dichiarato è sempre stato quello».
A suo avviso sul mercato quali sono le urgenze maggiori?
«Prima del mercato bisogna creare un po’ più un’identità, avere una linea che secondo me non si sta vedendo. Vedo un bel po’ di confusione, credo sia determinante portare un po’ di equilibrio e serenità, questo credo che Osti possa farlo. Per il resto non mi piace parlare di giocatori perché sennò la colpa è sempre loro, degli allenatori e dei direttori sportivi. Bisogna mettere un po’ di ordine, perché di ordine ce n’è poco».
I tifosi in questo momento sono molto scoraggiati. Si aspettava una contestazione così forte?
«Sinceramente no. Nella mia gestione abbiamo attraversato anche qualche momento poco positivo, ma non si è mai arrivato a tutto questo perché c’è sempre stato equilibrio e c’è stata gestione, anche grazie alla capacità mia e di Corini di conoscere il territorio, oltre al grande amore per questa piazza. La gente in alcuni momenti ha criticato, com’era giusto che fosse, ma allo stesso tempo ha visto un senso di amore da parte mia, per l’essere palermitano e perché ci ho sempre messo la faccia, sono sempre stato vicino a chi ha lavorato con me. Sono molto orgoglioso del lavoro fatto nei due anni e adesso gli do ancora più valore».