Intervenuto ai microfoni de “La Repubblica”, Leandro Rinaudo, ds del Venezia, è tornato sull’importante vittoria ottenuta dal Venezia ai danni del Palermo. L’ex difensore del Palermo ha parlato anche del momento che sta attualmente vivendo la società rosanero, dell’esonero di Bruno Tedino e della lotta alla promozione diretta in serie A. Ecco quanto si legge: “Leandro Rinaudo, al Venezia lei è alla prima esperienza da direttore sportivo. Soddisfatto? «Certamente. È una prima esperienza importante che sta dando grandi soddisfazioni. Abbiamo una posizione in classifica inaspettata. Il nostro obiettivo era la salvezza. A poco a poco abbiamo acquisito consapevolezza della nostra forza. La società è sana, l’allenatore molto bravo e stiamo raccogliendo i frutti del lavoro svolto in precedenza dal diesse Perinetti e dagli altri tecnici». Il Venezia ha battuto 3 a 0 il Palermo. Ci sono davvero tre gol di differenza tra voi e i rosa? «La rosa del Palermo è una rosa attrezzata per imporsi in questo campionato. Ha giocatori che possono fare bene in qualsiasi squadra di B per vincere. Il Venezia invece è una squadra costruita nel tempo. Tre giocatori sono reduci dalla D. Alla fine abbiamo creato un mix di giocatori che dimostra che può fare questo tipo di campionato.
Io credo che la differenza la fanno le motivazioni e in alcune partite le motivazioni vanno a sopperire le eventuali lacune».
Il Palermo è arrivato a Venezia reduce da una settimana travagliata con l’arrivo di un tattico che di fatto aveva commissariato Tedino che poi è stato esonerato dopo la gara. Si è accorto che c’era qualcosa di strano?
«No. Ero troppo concentrato a vedere la mia squadra. È chiaro però che certe vicissitudini destabilizzano e non fanno bene a all’allenatore così come ai giocatori.
Tutti devono sentirsi importanti per lavorare nel miglior modo possibile. Sino a quando hai un allenatore devi supportarlo e dargli fiducia. A Tedino questa Fiducia è mancata.
Stimo Tedino l’ho seguito ed è un ottimo tecnico che forse si è trovato in una piazza troppo più esigente rispetto a quella di Pordenone».
Si aspettava il suo esonero?
«Dalle voci che circolavano ci poteva anche stare. A Palermo succede spesso. Arrivati a questo punto della stagione forse si poteva aspettare e dare più tempo all’allenatore. Il campionato del Palermo resta comunque importante. Se non dovesse andare direttamente ci sarebbero comunque i play-off da affrontare.
Stellone ha comunque vinto un campionato in B e in C. È giovane, ma ha il giusto spessore per sedere sulla panchina Palermo».
Tanto bravo che si dice avesse già un accordo con il Venezia per il prossimo anno.
«Ho sentito e letto tante voci su Stellone, ma noi restiamo concentrati sul campionato.
Anch’io sono in scadenza di contratto e quindi penso al campionato. Non conosco il mio futuro, figuriamoci quello degli altri».
Secondo lei il Palermo è ancora in corsa per la promozione diretta?
«Sicuramente. Il Palermo ha tutte le carte in regola per andare in serie A direttamente. I numeri dicono questo. Se comunque non dovesse arrivare la promozione diretta, il Palermo avrebbe lo stesso grandi qualità per vincere i play-off. Il cambio allenatore in questo caso potrebbe dare maggiori stimoli. È come se il Palermo fosse ripartito nelle ultime tre giornate e Stellone certamente è meno stanco mentalmente».
Quali sono le maggiore avversarie dei rosa?
«Parma e Frosinone anche per il trasporto dei propri tifosi possono recitare un ruolo importante.
Hanno rose costruite per vincere il campionato. Però il campionato insegna che alla fine ci può essere sempre una sorpresa: noi, il Cittadella».
Da tifoso rosanero che segue da lontano il Palermo, come giudica l’attuale momento?
«Il Palermo con Zamparini ha vissuto anni fantastici. Io lo ringrazierò per quello che ha dato a me e alla mia città. Allo stesso tempo, ci sono state delle stagioni incolore che hanno fatto stancare i tifosi, ma a Palermo basta poco per riportare la gente allo stadio. Si sta vivendo momento nel quale il tifoso non sa quale sarà il futuro della sua squadra, ma basta un segnale di risveglio che il tifoso risponde subito presente».
La Gumina, Fiordilino e Accardi sono palermitani che giocano nel Palermo. Proprio come lo è stato lei in passato.
«Giocare nella squadra della propria città è il massimo. Quando io ero ragazzino e il Palermo era in C con Sensi sognavo di giocare con la maglia rosanero. Non vedevo altro.
Ci sono riuscito nell’era migliore di Zamparini. Ho esordito in serie A e in Coppa Uefa partendo dai “pulcini”. Sono sicuro che valga anche per loro. È il massimo. La Gumina, Fiordilino e Accardi, sia pure con caratteristiche diverse, rappresentano il futuro del Palermo.
Un futuro in rosanero nel quale sogna di esserci anche lei?
«Per realizzare i sogni innanzitutto bisogna sognare ed essere un pò matto. Sarebbe comunque un grande esame. Se giocare è difficile, fare il diesse lo è ancora più difficile. Un esame che sarebbe bello superare»”.