Ricorso accettato: “Andrea Agnelli aveva ragione” | Dimissioni immediate e FIGC in guai seri
Agnelli vince il ricorso al Tar sul caso plusvalenze: adesso la palla passa alla Corte Europea
Adesso i quesiti verranno esposti alla Corte Europea. Il ricorso di Andrea Angelli è stato accettato da Tribunale Amministrativo Regionale, per quanto riguarda il caso plusvalenza dello scorso anno che aveva visto coinvolto l’allora presidente della Juventus, poi dimessosi insieme a tutto il cda non appena erano trapelate le notizie relative al caso.
Un’onda che aveva colpito fortissimo la stessa Juventus, che a fine anno dopo il caso plusvalenza si era vista anche ridimensionata non solo in società e nei vertici del club, ma anche sul campo, con quella penalizzazione prima data, poi tolta, poi ancora data a fine campionato che aveva spento ogni ambizione Europa – salvo dopo la conferma della UEFA della esclusione da tutte le competizioni per un anno -.
Adesso il Tar come da disposizione passa la palla per rivedere le posizioni di Angelli e Arrivabene alla Corte Europea. Ecco cosa succederà adesso.
Agnelli, ricorso approvato dal Tar
Adesso il caso si sposterà in Lussemburgo, con lo stesso Tar che avrebbe trovato come riportato da Tuttosport alcune anomalie nei processi per il caso plusvalenza. Intanto il ricorso di Andrea Agnelli e di Maurizio Arrivabene è stato approvato nelle scorse ore.
La Corte di Giustizia Europea dovrà adesso esprimersi sulla vicenda, e sarà importante seguire le successive sentenze anche per quanto riguarda il sistema calcio tutto. Sì, perché in caso di revisione andrebbe a crollare un pezzo importante dell’inchiesta riaperta tra il 2022 e il 2023.
I dubbi del Tar
Se la Corte Costituzionale con le precedenti due sentenza aveva stabilito che la giustizia sportiva poteva praticare in autonomia, senza possibilità di ricorso alla giustizia ordinaria, il Tar pone il dubbio su quanto riconosciuto anche nel 2023 della Corte Europea.
Le questioni dunque, riassumendo il ricorso approvato, che riguardando interessi economici grandissimi e le vite delle persone professionali e non non possono rimanere dentro l’ambito della giustizia sportiva, ma dovrebbe essere un tribunale a discutere la questione. Il Tar ha inoltre chiamato la giustizia sportiva ad essere più chiari sull’articolo 4, che può imporre pene pesanti con il suo “dovere alla lealtà e della probità sportiva”.
Il tema rimane dunque quello del rapporto tra giustizia ordinaria e sportiva, il Tribunale si è chiesto dunque se la giustizia sportiva in piena con le leggi europee è in grado di condizionare in maniera così pesante la vita e le carriere dei lavoratori.