Ricciardo si confessa: «La mia infanzia, la vita da single, la musica. Vi dico tutto»
Intervenuto ai microfoni de “Il Corriere dello Sport”, Giovanni Ricciardo, calciatore in forza al Palermo, ha voluto della propria vita al di fuori del campo di calcio. Ecco alcune le sue dichiarazioni: «Penso che la vita sia bella, malgrado quello che si vede in giro, e che vada affrontata con serenità e con una dose d’incoscienza. Elementi fondamentali del mio modo di essere». Nato il 17 dicembre, come Beethoven. «Infatti, adoro la musica (ride, ndc). Ho suonato fin da bambino il sax soprano anche nella banda del paese e avevo talento. Ero al Conservatorio e mi stavo diplomando al liceo scientifico quando il calcio mi ha rapito. Oggi, per hobby, suono la chitarra e la porto sempre nelle trasferte e nei ritiri. Mi diverte e canto canzoni che capisco, tipo Vasco, Battisti, Ligabue». Alto 190 centimetri non ha mai pensato al basket? «No, non mi piace anche se seguo le grandi manifestazioni. Gioco a tennis per divertimento. E mi basta».
Nato a Messina… «In ospedale. Ho sempre vissuto a Ficarra, paese piccolissimo e magico. Anche per i turisti. Chi arriva, respira aria speciale: la gente ti fa stare bene. Il cuore e i miei affetti sono lì».
La sua infanzia. «Vita di strada. Rientravo a casa con le ginocchia sbucciate dopo ore passate in un campetto rimasto in cemento, sotto un sole cocente, senza mai piangermi addosso». Come mai non ha ancora pensato di mettere su famiglia? «Le confesso che mi piace vivere da single. Sentirsi a proprio agio con se stessi è importante. Ora sto da un anno, a meraviglia, con una ragazza di Cesena, Melissa. Lei rispetta il mio equilibrio intimo e io il suo. La lontananza ci costringe a sacrifici. Domani però sarà al Barbera».