Riccardo Bigon: «Reggio sempre nel mio cuore. In B stagione interessante. Ecco calciatori che mi sono piaciuti»

L’edizione odierna de “La Gazzetta del Sud” riporta un’intervista a Riccardo Bigon, il quale si sofferma sulla B e sulla Reggina.

Giorni “caldi” in casa amaranto per via dell’iscrizione e non solo. Si vocifera, infatti, di un possibile cambio di proprietà, ma, al momento, si tratta di semplici indiscrezioni. Da evidenziare che la società ha parecchi estimatori che non sembrano lasciare indifferenti alcuni gruppi imprenditoriali. Si tratta di un club importante che in passato ha avuto come dirigente anche Riccardo Bigon. Dal 2004 e 2009 ha svolto il doppio ruolo di team manager e direttore generale.

Originario di Padova, figlio di Albertino, quando ha lasciato lo Stretto si è trasferito a Napoli diventando ds della società partenopea. Successivamente ha avuto esperienze manageriali anche a Verona e Bologna. Un pezzo del suo cuore è rimasto comunque a Reggio: «È normale – dice – che sia così, anche perché ho vissuto stagioni splendide in Calabria. Fa piacere vedere nuovamente la formazione amaranto protagonista». Ha seguito il campionato della Reggina? «Certamente e credo sia stato un percorso positivo. Il gruppo, guidato sapientemente da Inzaghi, è rimasto sempre tra le prime otto meritando di raggiungere i playoff. Sono contento soprattutto per Pippo che conosco personalmente fin dal periodo in cui ha guidato il Bologna. Per quanto mi riguarda è un bravo allenatore, uno dei migliori della categoria.

Nel girone d’andata la squadra ha avuto un rendimento strepitoso, poi nel ritorno c’è stata una flessione causata, secondo me, anche dalle questioni extracampo che hanno influito sul rendimento dei calciatori. Ho seguito in tv il match col Sudtirol e per le occasioni create la Reggina non doveva essere eliminata».

Ripartirebbe da Inzaghi? «I risultati parlano per lui, ma sono scelte che spettano al club. Non entro nel merito delle decisioni societarie. Staremo a vedere cosa accadrà, ma Pippo, ripeto, è una garanzia».

Quali sono i suoi ricordi legati alla Reggina? «Abbiamo scritto pagine storiche. Ho ancora negli occhi il successo contro la Juve, per non parlare poi della salvezza nonostante il meno undici. Quella fu un’autentica impresa. Per gli esperti eravamo già retrocessi, invece, riuscimmo ad agguantare la permanenza battendo anche compagini di spessore. L’apoteosi si registrò col Milan grazie alle reti di Amoruso e Amerini. Ricordo l’entusiasmo del “Granillo”. Bello vivere quelle emozioni e mi auguro un giorno di poter rivedere la Reggina in Serie A».

Chi sono stati, secondo lei, i migliori giovani della cadetteria? «Pierozzi e Fabbian sono tra questi. Merito di Inzaghi che li ha saputi valorizzare gettandoli nella mischia. Quest’ultimo è stato anche il capocannoniere amaranto con otto centri. Ma anche altri si sono messi in mostra, vedi Mulattieri che ha trascinato il Frosinone. È stata una stagione interessante».

Era prevedibile la promozione del Cagliari? «I rossoblù hanno effettuato una grande rimonta. Ranieri, bisogna riconoscerlo, ha compiuto un lavoro eccezionale. Non era facile superare il Bari nella doppia sfida, ma le potenzialità della rosa sarda hanno fatto la differenza».

Le retrocessioni di Brescia, Perugia, Spal e Benevento non pensa siano state inaspettate? «La B è questa, per cui può succedere di tutto. Il Benevento ha avuto difficoltà all’inizio, tant’è che non si è più ripreso. È stato un campionato complicato e sarà così anche in futuro».

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Redazione Ilovepalermocalcio