Gazzetta dello Sport: “Retegui, l’Italia ha un nuovo numero 9. Club di serie A in pole per il suo acquisto”

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma su Retegui e l’Italia di Mancini.

Il centravanti dei due mondi. Il 9 che può risolvere i guai di Roberto Mancini alle prese con la crisi di vocazione degli attaccanti, manco fossero preti. Mateo Retegui è quello che la storia forse restituirà all’Italia da quando il bisnonno Angelo, di Canicattì, oltre un secolo fa s’imbarcò da un porto siciliano per raggiungere la terra promessa, l’Argentina. La nipote Maria ha sposato Carlos Retegui, un matrimonio nella buona e nella cattiva sorte dell’hockey su prato, lo sport di famiglia. Papà Carlos, “el Chapa” (lamiera in italiano), è stato il c.t. medaglia d’oro con l’Argentina ai Giochi di Rio nel 2016. Mamma Maria s’è laureata campione del mondo juniores nel 1993. Micaela, la sorella, ha vinto l’argento a Tokyo nel 2021. Perché Mateo non avrebbe dovuto seguire la stessa strada?

Tra calcio e hockey Perché Mateo amava anche il calcio. La sua vita è stata un oscillare tra i due sport fino al momento in cui il destino ha imposto la scelta. Aveva cominciato a dieci anni con il pallone nelle giovanili del River Plate, squadra per cui tifava Carlos, senza però abbandonare il bastone dell’hockey. Ma il River l’aveva deluso, non credeva in lui, non lo faceva giocare. Così Mateo disse basta da un giorno all’altro. A quindici anni, nel 2014, si dedicò, anima affamata e muscoli possenti, all’hockey. «Così ha imparato a fare anche il primo marcatore, a pressare, perché questo è il compito dell’attaccante. Nell’hockey c’è un’intensità sconosciuta al calcio», rivela papà Carlos.

El Chapa Retegui, come lo conoscono nell’hockey prato, resta sul vago quando gli chiediamo del futuro prossimo del figlio, il bomberino Mateo, 24 anni a fine aprile: «Sì, le confermo che l’hanno cercato molti club europei, l’Europa è il suo sogno ovvio. Chi? Dappertutto, interessamenti da Italia, Spagna, Germania e pure Premier League».
Un attaccante da 28 gol nelle ultime 48 gare di campionato argentino nel 2022 e 2023 non è male. In Inghilterra stanno scoprendo Julian Alvarez, campione del Mondo, come il nostro Lautaro, e in Serie A c’è pure il nazionale Giovannino Simeone. In Bundesliga c’è Alario ex River, e Palacios. In Liga gli argentini sono la colonia più numerosa.

Azzurro Papà Retegui non scopre le carte, fa melina: «In questo momento Mateo pensa soltanto all’azzurro e al Tigre. E non deve pensare ad altro. È solo emozionato, felicissimo, convinto della sua scelta tricolore». Giusto così. «Certo, la convocazione ha acceso i riflettori su di lui ma gli scout si erano già mossi da alcune settimane». Se non da mesi. Come i club milanesi. L’Inter, per esempio, lo conosce bene e da tempo. Ha avuto dei contatti col padre, che gli fa anche da agente, e con i club proprietari del cartellino di Mateo. Perché se è vero che il bomber di San Fernando è in prestito al Tigre di Victoria, grande Buenos Aires, per il secondo anno consecutivo, il club rossoblù però ha già annunciato che acquisterà presto la metà del cartellino di Retegui, pagando 2,1 milioni di euro (2,3 di dollari) così come da accordo pregresso col Boca Juniors, l’attuale proprietario del neo attaccante azzurro.