“14 anni e sette mesi. Nessuno prima di Maurizio Zamparini era rimasto per quasi quindici anni alla guida del Palermo. Il periodo più lungo era stato quello di Renzo Barbera dal 1970 al 1981, undici anni che gli sono valsi l’intitolazione dello stadio comunale. Nella testa dei tifosi è troppo fresca la delusione per come si è chiusa l’era Zamparini, ma il tempo probabilmente renderà giustizia al dirigente che ha ottenuto i risultati migliori della storia ultracentenaria del club di viale del Fante e che dopo i successi dei primi anni, la promozione, la conquista dell’Europa, la finale di Coppa Italia e i tanti campioni portati in rosanero è andato via tra la contestazione generale. Mai prima di Zamparini il Palermo era riuscito a ottenere tre piazzamenti al quinto posto nel campionato di A in tre stagioni diverse. In questi giorni la disputa fra i tifosi è se Zamparini sia stato il presidente più vincente di tutti o meno. Se si parla di coppe, l’unico a sollevare un trofeo, la Coppa Italia di C, è stato Giovanni Ferrara, e Renzo Barbera guidò i rosanero in finale di Coppa Italia per due volte, ma è facile pensare che sia l’imprenditore di Lercara Friddi che il presidentissimo avrebbero fatto volentieri il cambio con i risultati ottenuti dal patron friulano, che a parte i tre piazzamenti migliori della storia rosanero in A, ha anche ottenuto quattro qualificazioni di fila in Coppa Uefa e due in Europa League, spingendosi fino agli ottavi di finale ed entrando fra le migliori sedici d’Europa nel 2005-06 . Per non parlare della finale di Coppa Italia a Roma contro l’Inter nel 2011 e lo scudetto Primavera. La legge dell’almanacco mette Zamparini al primo posto.
Al netto delle imprese compiute sui campi d’Italia e d’Europa, come la vittoria a Londra sul campo del West Ham, ci sono primati firmati Zamparini. Mai nessuno è riuscito a vincere in Italia sul campo della Juve per tre stagioni di fila. Appartengono all’era del patron anche i record di punti in A, 65; dei gol fatti, 59; della miglior serie positiva in casa con 24 partite senza sconfitte; del record di punti in B, 86. C’è anche un record negativo che resterà sugli almanacchi: lo 0-7 subito in casa contro l’Udinese nel 2011. È vero che Zamparini ha ceduto tantissimi giocatori e che se avesse avuto la lungimiranza di trattenerne qualcuno per qualche anno in più avrebbe raggiunto risultati migliori sia in termini economici che sportivi, ma è altrettanto vero che quei giocatori li ha ingaggiati proprio Zamparini. Poche volte è successo che un suo direttore sportivo o un suo consulente gli portassero un calciatore a sua insaputa. Da Amauri a Miccoli di giocatori che hanno fatto deliziare i tifosi ce ne sono stati parecchi: fare una classifica è impossibile, ma basta pensare a quelli che sono protagonisti sui campi della Champions, da Cavani a Pastore, da Barzagli a Dybala, da Sirigu a Darmian, passando per Glik, Balzaretti e Grosso. Quest’ultimo era appena stato ceduto dal Palermo all’Inter quando calciò il rigore decisivo ai Mondiali del 2006 in Germania. Di fatto per conquistare quella Coppa del Mondo il contributo del blocco Palermo nel quadriennio fu fondamentale: Zaccardo, Barzagli, Grosso, Barone e Toni. Come per i giocatori, anche per gli allenatori vale lo stesso calcolo. È vero che ne ha cacciati tantissimi, affidandosi a trentanove gestioni diverse in quindici anni. Ma è altrettanto vero che ha scelto uomini che sono rimasti nel cuore dei palermitani da Guidolin, il tecnico che ha riportato il Palermo in A dopo 32 anni, a Rossi, l’uomo della finale di Coppa Italia e dei record; da Iachini, suo il primato di punti in B, a Ballardini, autore dell’ultima salvezza. Numeri e fotografie, forse un po’ sbiadite, che fanno parte della storia rosanero e che contrastano con i cori, gli striscioni e la contestazione di questi giorni. Gli ultimi della presidenza Zamparini”. Questo quanto riportato da “La Repubblica”.