Prima ha provato a fermarlo e a convincerlo a restare. Adesso Maurizio Zamparini ha deciso di passare al contrattacco ed è pronto a citare per danni Guillermo Barros Schelotto e chi glielo ha proposto per la panchina del Palermo. In particolare, Predrag Mijatovic e Vlado Lemic. Secondo il presidente rosanero, il tecnico argentino e i suoi rappresentanti gli avevano assicurato che Schelotto aveva tutte le carte in regola per allenare in Italia e che i problemi burocratici erano di facile soluzione anche grazie a un passaporto comunitario del quale l’ex tecnico del Lanus sarebbe stato in possesso. E invece, non solo i problemi di Schelotto erano più gravi, ma questo passaporto non esisteva sino a qualche giorno fa quando proprio il Palermo si è attivato per farglielo ottenere. Come se non bastasse, il Palermo era pronto a fare prendere a Schelotto un primo patentino di base e ad iscriverlo il prossimo anno al master di Coverciano.
Il tecnico ha invece detto basta sostenendo di non volere andare avanti con una situazione che non gli consentiva di fare l’allenatore sino in fondo e di non essere nemmeno allettato dal corso di Coverciano che prevede due giorni di assenza alla settimana dal campo per seguire le lezioni. Motivazioni che Zamparini, pur ammettendo la parte di colpa ricadente sulla società che non ha vigilato sino in fondo sulla vicenda, ha accettato suo malgrado e che adesso lo spingono a chiedere i danni per quella che è stata una decisione inaspettata e che ha provocato l’ennesimo terremoto sulla panchina rosanero.
Una mossa, quella di Zamparini, che spazzerebbe anche il campo da alcune ricostruzioni che vorrebbero lo stesso presidente artefice dell’addio di Schelotto e di avere deciso di sua spontanea volontà di rinunciare all’allenatore argentino.
Una ricostruzione che cozza con la versione fatta trapelare dalla società e confermata dallo stesso entourage di Schelotto secondo cui l’avvocato del tecnico avrebbe chiamato a mezzanotte l’executive manager rosanero Angelo Baiguera che, a sua volta, di buon mattino ha svegliato Zamparini comunicandogli la novità. Un fulmine a ciel sereno che ha mandato su tutte le furie il presidente che adesso, dalle parole, sembra intenzionato a passare ai fatti chiedendo i danni al tecnico e ai suoi rappresentanti.
Schelotto è tornato in Argentina. Ieri è passato dalla sede e ha comprato una maglia per i figlio nello store del Palermo. «Vado via perché non ho i titoli per allenare – il commento – Spero possa trattarsi di un arrivederci, ma è la soluzione migliore per il club». Ma c’è già chi malignamente ipotizza per Schelotto un futuro su una panchina di prestigio argentina.