L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul possibile arrivo del Coronavirus in Italia nel mese di settembre 2019.
«È veramente difficile pensare che il virus sia così vecchio — ragiona l’infettivologo Massimo Galli, ordinario della stesso ateneo milanese — . Se lo fosse, bisogna chiedersi perché non ha creato molto prima focolai».
Difende lo studio, invece, Mariapia Abbracchio, prorettore alla ricerca della Statale di Milano: «I dati scientifici sono molto chiari: il saggio utilizzato per riconoscere gli anticorpi è altamente specifico per il Sars-Cov-2, poiché riconosce una proteina che fra i coronavirus noti e caratterizzati, è presente solo nel Sars-Cov-2. Ci sono diversi altri lavori che hanno retrodato la presenza del virus tanto in Europa quanto in Cina. Come i nostri dati si coniughino con altri dati già presenti in letteratura, si potrà chiarire solo con ulteriori studi».