Repubblica: “Villafrati, giallo sul contagio dei vecchietti”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla zona rossa di Villafrati. La casa di cura “Villa delle palme” è il più grande focolaio del palermitano. Qui, dietro un cancello verde, si sono registrati 69 contagi di Covid- 19, di cui uno mortale, più di un terzo dei casi contati nella provincia. Chi abbia portato il virus nella struttura, contagiando pazienti e operatori, non è ancora chiaro, forse un dipendente che aveva avuto contatti con qualcuno proveniente dal Nord, forse una ragazza tornata in paese. Le assicuro che per noi è l’ultimo problema. Qui stiamo lottando ogni secondo per non abbandonare i nostri anziani» , racconta, chiedendo l’anonimato, un infermiere che lavora nella residenza sanitaria assistenziale. Il suo turno è iniziato venerdì scorso e non è ancora terminato: è stremato, parla con un filo di voce. «Stiamo svolgendo anche le mansioni dei lavoratori risultati positivi: facciamo gli infermieri, ma puliamo anche gli anziani, cambiamo i pannoloni, portiamo i pasti, diamo una mano in cucina dove, su quattro cuochi, ne è rimasto soltanto uno. Non ricordo da quando tempo non dormo: mi sono steso qualche ora su un materassino, niente di più. La situazione è tesa: chi è contagiato ha paura e chi non lo è, come me, è preoccupato che prima o poi arrivi il suo turno. Aspettiamo un cambio da fuori: non possiamo resistere ancora a lungo».
Ognuno ha la sua trincea. Quella del sindaco Franco Agnello è nella sua stanza al primo piano del municipio, dove — per cautela — si entra soltanto due alla volta. Da qui risponde a prefetto, carabinieri, funzionari della Regione e a tanti cittadini allarmati. Alle 10 il suo smartphone è già scarico e i suoi occhi segnati dalle occhiaie. «Non è un momento facile per noi, ma ce la faremo, stiamo reagendo bene», dice per farsi forza. Le famiglie dei “ positivi” della casa di cura andranno in isolamento, per essere poi sottoposti al tampone: vivono a Villafrati, ma anche in altri 17 comuni del circondario. « In questi giorni è circolato un audio che indicava una ragazza come la fonte del contagio. Non ha alcuna attendibilità e soprattutto non ha senso dare la caccia all’untore. Certo, qualcuno da fuori l’avrà portato il virus», ragiona, prima di rispondere ancora una volta al telefono.