Repubblica: “Un addio da Champions, Ancelotti lascia a Gattuso”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sull’addio di Ancelotti al Napoli. L’avventura del tecnico finisce dopo la sfida contro il Genk, in ogni caso: a prescindere da quello che sarà l’esito della sua ultima partita sulla panchina azzurra. È questa la volontà di Aurelio De Laurentiis, che si è ormai convinto a mettere alla porta uno degli allenatori più titolati del mondo ed è pronto a sostituirlo nello spazio di 24 ore con Rino Gattuso: disponibile a firmare (dopo l’incontro di ieri) un contratto che avrà la durata di 18 mesi. Toccherà a lui prendere il posto del destituito Re di Coppe, che è al corrente della situazione e sa bene cosa l’aspetta. «Ho sempre la valigia pronta, è il destino di chi fa il mio mestiere».
Comunque vada sarà però un insuccesso per tutti, con la fine di un progetto che era partito nell’estate del 2018 con grandi ambizioni e sta invece per naufragare tra i veleni, a causa del mediocre settimo posto in campionato. Per Ancelotti è dunque già l’ora dei bilanci, anche se la sfida contro il Genk può regalargli almeno un’uscita a testa alta e il bonus (da 200 mila euro) che De Laurentiis gli aveva promesso per contratto in caso di qualificazione per gli ottavi di Champions. Premiato e mandato via. «Ho fatto una sola scelta sbagliata da quando sono arrivato qui, ma non dirò qual è», faticherà a farsene una ragione Re Carlo, che s’è certamente pentito di aver preferito la panchina azzurra a quella della Nazionale. Il giocattolo s’è rotto lo scorso 5 novembre, quando Insigne e compagni si rifiutarono di andare in ritiro con un clamoroso ammutinamento, a cui la società ha risposto multando per oltre 2 milioni i 25 componenti della rosa. È in questo clima da tutti contro tutti che si sta consumando lo scacco al Re: il leader calmo, che s’è smarrito a sua volta nella tempesta. In riva al Golfo c’è bisogno ora di un sergente di ferro ed è per questo che arriverà Gattuso. Prima però c’è un’altra serata di Champions, di quelle in cui Ancelotti ha costruito la sua leggenda. Ma stavolta amara.