“Ben svegliati. Si sono accorti che un problemino in effetti c’era, e veniva da Mosca. Al punto che ieri mattina stavano per far fuori la Russia dall’Europeo. L’Uefa era sul punto di annunciare la decisione, ormai presa dalla commissione disciplinare a maggioranza: sei punti di penalizzazione per gli incidenti di sabato al Vélodrome di Marsiglia, il che, anche senza espellere la squadra dal torneo, equivaleva a cancellarla dalla competizione. Poi accade qualcosa, o molto, dietro le quinte, certo non solo a livello sportivo. E la sanzione diventa una squalifica con la condizionale (altre intemperanze e la Russia è fuori) per “comportamenti violenti e razzisti”, oltre che per uso di fumogeni, e 150mila euro di multa. Nel frattempo scattano gli arresti, tardivi e preventivi al tempo stesso, per 43 hooligans russi, fermati a bordo di un pullman nei pressi di Cannes (per molte ore si sono rifiutati di scendere, poi hanno ceduto) e in odore di rimpatrio immediato. La polizia è certa che i 43 siano stati tra i protagonisti delle devastazioni e dei ferimenti al Vieux Port di Marsiglia, peraltro documentati da un agghiacciante video che spopola sul web, girato da uno di loro con la Go-Pro. Arresti anche preventivi perché siamo alla vigilia di una due giorni tesissima, con russi e inglesi (e pure gallesi) ora tutti al nord, in circa centomila, grazie al micidiale incrocio evitabilissimo in sede di preparazione, se solo si fosse voluto. Oggi si gioca Russia-Slovacchia a Lille, domani Inghilterra-Galles a Lens: le due città distano 40 chilometri, e dato che a Lens la ricettività alberghiera è minima, il grosso dei britannici alloggia a Lille. Da qui la frenetica mobilitazione che ne consegue, e che trasformerà le due città in autentici presidi militari, come si doveva fare a Marsiglia: per due giorni vietata la vendita di alcolici, tutti i bar chiusi, le scuole chiuse, le piazze guardate a vista dagli agenti, che saranno almeno 2500. Infatti ieri sera, prima che venissero chiusi i bar, ecco i primi scontri tra inglesi, russi e gallesi ubriachi nel centro di Lille: lancio di bottiglie e di oggetti, interviene la polizia, due arresti. I russi sulle prime non vogliono saperne di essere al centro del mirino, anche perché questa storia degli inglesi povere vittime fa in effetti sorridere, e il ct Slutski tuona: «Non lasceremo l’Europeo. I giornali inglesi dipingono i loro tifosi come angeli, ma gli ultras sono gli stessi ovunque, c’è una maggioranza sana e una minoranza pericolosa. Sabato, a Marsiglia, il nostro pullman è stato bersagliato di oggetti da inglesi, e ci hanno coperto di insulti: nessuna sanzione per loro?». Ma poi arriva la presa di posizione politica per stemperare i toni, infatti il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, condanna gli episodi di violenza e si dichiara «in disaccordo con alcuni miei colleghi». Nei giorni scorsi un parlamentare di destra, Igor Lebedev, aveva detto: «I nostri tifosi hanno difeso l’onore del paese». Un altro, addirittura membro di un comitato investigativo, aveva irriso l’occidente sbalordito dai disordini: «Gli europei sono troppo abituati ai cortei dei gay». In questo clima si staglia tale Alexander Sprygin, che sarebbe il presidente dei tifosi russi in trasferta ma anche un conosciuto neonazista, nonché assistente di Lebedev: ieri era sul pullman con i 43 arrestati, ha strepitato che i ragazzi non c’entravano niente, poi ha dovuto ingoiare gli arresti. Eppure, col suo curriculum di imprese, Sprygin era al Vélodrome, seduto in tribuna con la delegazione della federcalcio russa”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.