Repubblica: “Ufo Baccaglini, fondi senza fondo. C’è dietro Zamparini?”

E’ stato un turno di campionato pieno di gol e lunghissimo, da venerdì a stasera e ancora non abbiamo concluso, uno sceneggiato in quattro puntate infinite, pareva i Karamazov in bianco e nero di Sandro Bolchi (1969, indimenticabile l’Ivàn di Umberto Orsini). Il male, la grazia e l’abisso? Quasi. Il Napoli ha ucciso il suo fantasma, salendo per qualche ora al secondo posto e la Roma dopo le tre cadute ha vinto a Palermo con forze fresche, come chiedeva il signor padrone dall’America. Invariata la distanza tra Roma e Juve, aumentata quella tra Pallotta e Spalletti, sembra una filastrocca del Corriere dei Piccoli. In tribuna anche l’ufo Paul Baccaglini, troppo si è indugiato sul folclore, poco sul mistero, sui fondi senza fondo, su chi ci sia davveri dietro (sempre Zamparini?). E domani è di nuovo Champions. Dopo il Napoli perduto senza perdersi, a testa alta contro i draghi del Real (più alta però la cabeza di Ramos), resta la solita Juventus. Nessuna logica la vede eliminata contro il Porto battuto 2-0 a casa sua, anche se il mantra dopo Barcellona-Psg rafforza la retorica del “nulla è deciso, tutto è possibile”, quasi sempre una panzana. Chiaro che le tagliole sono nascoste nell’erba. Comunque l’orizzonte è già spostato al sorteggio di venerdì, quando si capirà molto sul futuro europeo della Juve. La Coppa dei Campioni e la sua derivata Champions sono quasi sempre state sabbie mobili, ma forse non per sempre. Anche se in bocca, adesso, rimane soprattutto l’acido di Juve-Milan e tutto il rigurgito nauseabondo che ancora dovremo sopportare, compreso il parziale ribaltamento della realtà: come se la Juventus avesse battuto Inter, Napoli e Milan non esprimendo una superiorità chiara ma maneggiando, intrigando, blandendo. Come se gli arbitri fossero merce da outlet. Se lo scrivi sei un gobbo, se non lo scrivi sei un nemico, in Italia non si può più esercitare la critica senza il pregiudizio sciocco del tifo. Ha fatto bene la Juve a tenere per sé le immagini dello spogliatoio imbrattato e scassato? Lo ha deciso per non offrire altro veleno ma anche così non basta, il marcio è giusto vederlo e considerarlo tutto, non presumerlo e basta. Se davvero qualche mano ha scritto sul muro “ladri di merda”, se proprio non bastavano gli scudetti di cartone e ci mancavano pure quelli di cartongesso, se veramente alcuni tesserati professionisti, si presume nel pieno controllo delle proprie funzioni psichiche e fisiche hanno fatto i teppisti, fuori le prove e poi che paghino in denaro (loro, non la società) e squalifiche. Altrimenti era forse meglio tenere tutto avvolto nel sacco nero, quello dell’immondizia e dei cadaveri“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “La Repubblica”.