Repubblica: “Tutte le coppe a Sky, la vittoria su Mediaset in un’asta normale. Champions ed Europa League per 795 milioni dal 2018. L’abisso fra il bando europeo e il pasticcio della Serie A”
“Dopo un processo durato non un minuto in più di 48 ore, l’Uefa ha ieri assegnato i diritti tv di Champions ed Europa League, intascando un fiume di denaro (circa 265 milioni l’anno per il triennio 2018-2021 per un totale di 795 milioni) da Sky ed ottenendo ampie garanzie di valorizzazione del suo già validissimo prodotto. Il tutto, senza mai nemmeno pronunciare la parola “antitrust”, senza che nessun presidente di club abbia alzato un sopracciglio, senza nessuna minaccia di ricorso “in ogni sede” a tutela degli interessi dei broadcaster. Ecco, se un giorno lontano nel tempo gli uomini del futuro vorranno misurare l’abisso culturale che, nel 2017, separava la società italiana dal resto d’Europa, non avranno altro da fare che dare un’occhiata a questa strana, intricata, probabilmente non molto appassionante, partita dei diritti tv del pallone. Scopriranno così come, venduto dagli italiani, il “prodotto calcio” conduceva se non direttamente verso un’inchiesta penale per turbativa, quanto meno verso un’asta mandata deserta dagli unici due soggetti sul mercato (Sky e Mediaset), tra mille polemiche; mentre venduto dagli altri, gli europei, portasse gli stessi due soggetti a sfidarsi in modo occidentale, quasi fair, a colpi di milioni. Che poi è esattamente quello che è successo in questi ultimi due giorni. Dopo aver affossato l’asta italiana per la Serie A, Sky e Mediaset hanno risposto al bando Uefa in maniera meno tattica. Hanno messo un sacco di soldi dentro la mail (in Europa non si usano le buste) e incrociato le dita. Nessuno degli interessati fornisce dati ufficiali ma, a quanto pare, entrambe le offerte si aggiravano intorno ai 250 milioni di euro, l’anno. Ce ne era anche una terza, dell’internazionale Perform, ma era troppo più bassa.
Di fronte a due offerte tanto simili, l’Uefa ha avviato una rapida trattativa privata. Chiedendo a entrambe di formulare un’ultima offerta migliorativa. Mediaset è salita poco oltre i 250 milioni, Sky ha toccato quota 265 e ha vinto. Considerando che l’ultimo triennio era stato aggiudicato a Mediaset per 227 annui, si può dire che alla fine la Champions ha conosciuto una valorizzazione approssimativamente attorno al 15%. Ovviamente entusiasta dell’esito della gara, Sky. 795 milioni di euro per 340 partite sono – dice l’emittente satellitare – «un investimento razionale e sostenibile » visto che col nuovo format «il minimo di gare delle italiane aumenta del 70%». Possibile un futuro accordo con la Rai – che nel vuoto di potere del cambio Campo Dall’Orto-Orfeo non ha presentato alcuna offerta – per la trasmissione di alcune gare in chiaro. Decisamente meno di buon umore, a Mediaset: «Abbiamo fatto un’offerta importante ma razionale, più elevata rispetto a quella precedente vista la partecipazione di quattro squadre italiane. Altri operatori hanno attribuito alla competizione europea un valore molto più elevato». Non resta che vedere cosa accadrà per la Serie A. Sia Sky sia Mediaset spiegavano ieri di non avere alcuna intenzione di mollare la presa. Molto dipenderà da come la Lega e Infront, sentita l’Antitrust, riusciranno a confezionare il bando. A proposito del quale c’è da chiedersi come mai l’Uefa abbia potuto seguire delle regole (quelle della vendita per esclusiva) invece “sconsigliate” alla Lega”. Questo quanto riportato da “La Repubblica”.