L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul futuro del Trapani.
Una stagione nata male. E proseguita così stranamente, che c’è stato poco da gioire anche nel giorno del
ritorno al successo e della conquista della salvezza virtuale. Il 9-0 sul Troina spiega molto della qualità della gara e della consistenza dell’avversaria, apparsa sorprendentemente in disarmo nonostante sia ancora in lotta per la permanenza in serie D. Serve solo a rimpinguare gli almanacchi e a spingere gli appassionati più curiosi a cercare altri risultati così roboanti nella storia granata. Roba da statistici, che poco ha a che fare con lo spettacolo del calcio. In uno stadio Provinciale tristemente quasi deserto, in cui ogni rete strappava appena un timido applauso, anche le chiacchiere sugli spalti vertevano sul futuro e non su cosa stesse accadendo dentro il rettangolo di gioco. Nell’intervallo fra il primo e il secondo tempo, infatti, il presidente Michele Mazzara ha rilasciato un’intervista radiofonica, in cui è stato compiuto un altro passo avanti nella comprensione del Trapani dei prossimi mesi. «Ho acquisito il cento per cento delle quote – ha detto lo stesso Mazzara – rilevandole da tutti i soci. C’è una trattativa ben avviata che potrebbe far cambiare la proprietà nelle prossime settimane».
La realtà è che l’accordo è stato raggiunto. All’indomani della fine di questa stagione, verrà ufficializzata la cessione ad un gruppo della Sicilia orientale che ha puntato il Trapani per le sue potenzialità. È un’operazione con la regia del direttore generale Antonello Laneri, che non può essere resa pubblica. Si tratta, infatti, di un gruppo vicino alla gestione di un’altra società di calcio e la volontà di tenere tutto sotto traccia (o almeno di smentire qualsiasi voce) è assoluta. Attenzione, però. In passato per due volte Mazzara è stato molto vicino alla cessione. Una volta, addirittura, con René De Picciotto si arrivò al brindisi in un resort di Sciacca, salvo poi il naufragio della trattativa, concretizzatosi l’indomani. Perciò, è bene essere cauti e non considerare chiuso l’affare finché non verranno ufficializzate le firme. Depone a favore della cessione il fatto che questo gruppo dirigenziale abbia patito tante difficoltà a guidare il Trapani. Proveniente dalla brillante esperienza della gestione del Dattilo (non è da poco issare in serie D una squadra di una frazione di 600 abitanti), la stessa società ha faticato molto a sopportare la pressione dell’ambiente, che si attendeva una stagione diversa. Dichiarate ambizioni da primi posti nella prima conferenza stampa estiva, il campo ha progressivamente evidenziato i limiti della squadra e di una gestione che non è mai riuscita a decollare.