“La città è in ginocchio. Trascorsa la notte insonne, e rivisto in mente per decine di volte quel pallone calciato da Citro al novantesimo e salvato sulla linea da un difensore del Brescia, i tifosi sono usciti ieri mattina da casa con gli occhi pesanti e l’umore a pezzi. Nei bar e sul posto di lavoro, erano appena iniziati i primi sommessi e amari commenti su quanto accaduto la sera precedente: ed ecco, un altro cazzotto in pieno viso. Ettore Morace e Mimmo Fazio arrestati. La sconfitta di Brescia ha fermato la giostra della serie B, su cui la città era salita quattro anni fa, e sulla quale ha gioiosamente giocato con leggerezza. È stato un viaggio meraviglioso, che le generazioni dei quarantenni e dei cinquantenni non avrebbero mai sognato di vivere. Fino a qualche tempo fa, a Trapani, i ricordi più fulgidi erano legati a due mancate promozioni nel torneo cadetto: una agli inizi degli anni Sessanta e l’altra a metà degli anni Novanta. Poi, l’avvento di Vittorio Morace ha cambiato tutto. Non esattamente undici anni di soli successi: nel corso della gestione del “Comandante” (così come lo chiamano tutti), si sono inanellate pagine amarissime (su tutte, la retrocessione dalla serie D all’Eccellenza), annate anonime e vittorie indimenticabili. La vera svolta è avvenuta con l’ingaggio di Roberto Boscaglia che ha prima creato con il Comandante un rapporto solidissimo e, ricevuta piena fiducia, ha gestito la squadra come se fosse una sua creatura. Il risultato è stato l’ascesa dalla serie D alla B, passando per C2 e C1. Poi, Serse Cosmi protagonista del quasi miracolo della serie A e incapace di frenare il crollo nella prima parte di questa stagione. Infine, Alessandro Calori tradito dalla stanchezza mentale del gruppo, impegnato per mesi in una rimonta quasi impossibile. E adesso? Cosa accadrà? Ovviamente non è facile trovare una risposta, soprattutto in ore così convulse e con scenari di incertezza tanto pronunciata. Nel giro di quarantotto ore, tutto è cambiato. Al di là dell’esito della stagione agonistica, il rapporto fra il Trapani e la città sembrava essere rinsaldato ulteriormente dalla presenza di Annamarie Collart nella squadra dei potenziali assessori del candidato sindaco Mimmo Fazio. Ora, invece, tornato nel limbo della Lega Pro, il Trapani dovrebbe rifondare tutto da zero ed essere capace di una programmazione totalmente rinnovata. Il Trapani non è mai stato un asset fondamentale nei pensieri della famiglia Morace. Certo, il calcio ha portato popolarità e riconoscenza in una città che ha profuso immensa gratitudine, soprattutto nei confronti del Comandante. Adesso che ci saranno da risolvere problemi ben più gravi, però, non è irrealistico immaginare un progressivo disimpegno della famiglia Morace o una cessione ad altra proprietà. Il Trapani, anche se in Lega Pro, rimane una società appetibile. Non un euro di debito e due impianti sportivi in gestione di buon livello: il centro sportivo “Sorrentino”, ideale per l’attività del settore giovanile, e lo stadio “Provinciale”, diventato ormai una vera e propria casa granata. Ci sarà da vedere se e quando qualcuno si farà avanti. Nulla è deciso e nessuno può ipotecare il futuro del Trapani. Ma le prossime saranno settimane decisive, per capire se sia finita un’era e stia per cominciarne un’altra”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Repubblica”.