L’edizione odierna di “Repubblica” fa il punto anche il cada Trapani, dove è già iniziato il “ tutti contro tutti”. Di fronte ad una situazione in cui non si riesce a cavare un ragno dal buco, né a vedere quale possa essere la soluzione, è chiaro che il gioco dello scaricabarile diventa molto gettonato. I tifosi accusano l’allenatore, lo stesso Baldini ostenta sicurezza – «non mi dimetto perché la squadra è con me » – lo stadio fischia e c’è chi risponde male dal campo, il vero patron Fabio Petroni è costretto a fermarsi con i sostenitori, che a fine partita chiedono spiegazioni. Un quadretto tutt’altro che idilliaco, disegnato da una società che non vuole assolutamente parlare di cambio sulla panchina, e ritiene di poter raddrizzare la baracca con il mercato degli svincolati – scrive il quotidiano-. Ovvio che Biabiany non potesse essere schierato con i titolari, a due giorni dall’arrivo a Trapani, ma ci si attendeva che contro il Cosenza potesse giocare un pezzo di partita: non è andata così. E adesso, sempre più ultimo, il Trapani è sottoposto allo stillicidio della sosta. Non è che sostituire Francesco Baldini rappresenterebbe la panacea di tutti i mali, ma almeno si potrebbe provare a ribaltare una vicenda che, se nulla cambierà, fra qualche settimana assumerà le sembianze di una retrocessione annunciata. La prestazione di domenica ha confermato che al Trapani manca la capacità di tirar fuori l’anima nelle fasi decisive. L’ennesimo segnale che il gruppo ha smesso da tempo di coltivare empatia con il proprio leader. Evidentemente, non è il pensiero della proprietà e del direttore sportivo Luca Nember -conclude il quotidiano-.