L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul piano dell’Uefa per salvare il calcio europeo.
Il salvataggio del calcio europeo passa attraverso un appuntamento cruciale, il 9 e il 10 settembre: gli Stati generali del pallone.
L’Uefa convocherà a Nyon leghe nazionali, club, federazioni e rappresentanti di giocatori, allenatori, agenti e probabilmente tifosi. L’obiettivo è di definire, dopo una seconda convention a ottobre, i principi delle nuove regole economiche e finanziarie e poi di ratificarle a febbraio, sempre con l’avallo della Commissione europea: entrerebbero in vigore da luglio 2022, con una transizione di una/due stagioni.
La luxury tax per chi spende troppo, da ridistribuire ai club virtuosi attraverso un fondo comune è una possibilità, mentre Bloomberg ha svelato il piano Uefa di aiuti alle squadre in sofferenza con finanziamenti agevolati da 2 a 6 miliardi di euro. Un paracadute anche per affrontare meglio le nuove regole che prevedono i consueti deterrenti: penali, tagli delle rose, esclusione dalle coppe nei casi più gravi. Ma la vera novità riguarderebbe il limite ai giocatori in prestito. Il bersaglio è chiaro: impedire gli oligopoli di chi se ne accaparra più di quelli che può impiegare, per smistarli dove meglio crede. Il tetto ai tesseramenti pone questioni legali.