Repubblica: “Tedino sulle spine: «Sfida difficile. Anno scorso il Foggia…»”
Il Palermo si prepara a sfidare il Foggia per quella che sarà la terza giornata del campionato cadetto. Il tecnico Tedino ha qualche dubbio di formazione perché non ha ancora deciso se giocherà con un centrocampo a 4 o a 5. Di seguito quanto scrive l’edizione odierna de la “Repubblica”:
“Più Puscas che Nestorovski, dubbio Struna e certezza Trajkovski. L’allenatore del Palermo Bruno Tedino parte oggi per Foggia con le idee piuttosto chiare sul tipo di formazione che dovrà schierare domani sera alle 21. Il Palermo, infatti, ripartirà dal 3-4-2-1 con Trajkovski e Falletti alle spalle di Puscas. A centrocampo con Jajalo e Murawski ci saranno a destra Salvi e a sinistra uno fra Mazzotta e Aleesami con il secondo leggermente favorito; in difesa il dubbio è legato alle condizioni di Struna che potrebbe partire dalla panchina; al suo posto Bellusci con Szyminski a destra e Rajkovic a sinistra davanti al portiere Brignoli. «Non sono importanti i moduli — spiega Tedino — ma il modo in cui si sviluppa l’azione. Ci sono giocatori che specifici per un certo sistema di gioco e che nel 3-5-2 o nel 3-4-2-1 fanno fatica. Con il recupero di tutti i ragazzi questo è un Palermo che può essere bello e vincente. In questo momento dobbiamo oliare un po’ i nostri meccanismi. Il tempo ci farà superare le difficoltà. Anche l’anno scorso abbiamo fatto un inizio lento, ma dipende dalle caratteristiche fisiche dei giocatori. Quando il Palermo sarà il vero Palermo, sarà una squadra molto forte». A Foggia il Palermo ritroverà l’arbitro delle polemiche della partita di Parma dello scorso campionato. Marinelli finì al centro delle critiche per tantissime decisioni dubbie. A chi gli chiede se la sua designazione sia stata opportuna, Tedino spiega che «è una risposta difficile da dare. «Dobbiamo essere concentrati sulla partita. È normale che un allenatore, un giocatore, un dirigente, un presidente, un arbitro quando sa di avere fatto un errore sarebbe bello se lo ammettesse per fare crescere tutti. Normale che chi fa quel mestiere e deve decidere in un secondo fa fatica, me ne rendo conto anche quando arbitro le partitelle d’allenamento. È chiaro che a Parma ci siamo resi conto di avere visto delle cose completamente diverse da quelle che ha visto l’arbitro e che erano evidenti. Ma non possiamo vivere di ricordi»”.