Repubblica: “Supermercati, studio shock. A Palermo i più cari d’Italia: «Filiera lunga, ed è stangata»”
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sui supermercati palermitani ritenuti da uno studio tra i più cari d’Italia.
Palermo è la città italiana più cara per fare la spesa. È quanto emerge dall’indagine svolta dalla rivista Altroconsumo su un milione e 600mila prezzi di tutti i prodotti presenti sugli scaffali: sono state prese in considerazione 125 categorie di prodotti alimentari, per la cura della casa e per gli animali. Su 1.203 supermercati italiani visitati, i prezzi dei discount palermitani risultano i più alti. Per comprare gli stessi prodotti, secondo lo studio, si spendono oltre mille euro in più rispetto, per esempio, a Vicenza. Una spiegazione è la cosiddetta “filiera lunga”. Alberto Argano, presidente dell’Associazione grossisti e commissionari del mercato ortofrutticolo della città, la sintetizza così: «La grande distribuzione — dice — boicotta i mercati generali di Palermo perché si rifornisce con prodotti che pro-vengono da altre province. Ecco perché i prezzi sono lievitati».
Ma la grande distribuzione non ci sta. Chiama in causa la lievitazione dei prezzi dei prodotti griffati e avanza riserve sui risultati del dossier di Altroconsumo. «L’aumento dei prezzi nell’ultimo anno — dice Giovanni Arena, amministratore delegato dell’omonima catena di supermercati — è dovuto principalmente all’impennata dei prezzi nell’industria di marca. Tuttavia la grande distribuzione, nonostante l’aumento dei costi cui è stata soggetta, non ha coinvolto del tutto i consumatori, ma al contrario ha sacrificato i propri margini». Sul banco degli imputati anche le tare strutturali dell’Isola.
«La mancanza di adeguate infrastrutture in Sicilia — sottolinea Arena — ha ulteriormente complicato la situazione sotto il profilo dell’approvvigionamento, perché molte industrie hanno preferito servire gruppi al di fuori del Meridione» Insomma, i carrelli della spesa sono sempre più vuoti anche perché il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito. Il divario nei redditi tra il Meridione e il Nord Italia è sempre più ampio. Secondo i dati forniti dal ministero dell’Economia, la Sicilia nel 2021 si trovava al quintultimo posto per reddito medio complessivo (a Palermo 21.850 euro annui). Legato al caro spesa è anche il caro scuola. «L’aumento medio dei libri, che al Nord Italia si aggira intorno al 5 per cento, al Sud sale al 7 per cento — afferma Lo Bello, di Federconsumatori — Si rischia che le famiglie costrette a far fronte alle spese della luce, degli affitti e della scuola siano così costrette ad acquistare prodotti alimentari cari e al contempo scadenti, con conseguenze dannose anche sulla salute».