Repubblica: “Super Pavoletti asfalta il Palermo. Siciliani di una pochezza disarmante”

“Nomi e cognomi degli ultras che guidano la contestazione nei suoi confronti. Li fa Gian Piero Gasperini, allenatore del Genoa, ed è la prima volta che accade nel calcio italiano dove certi veli d’omertà sembrano ormai consolidati e impossibili da squarciare. Tutto accade al termine di una partita che il Genoa stravince contro il Palermo. Gasperini risponde ad uno striscione esposto in gradinata Nord nel quale allenatore e presidente fanno rima con “progetto inesistente” e vengono invitati entrambi a togliere il disturbo. E Gasperini non ci sta: «Io ho un concetto dei tifosi del Genoa ben più alto… che Leopizzi, Cobra o Traverso… E mi vengono allora in mente Criscito o le magliette di Sculli… Voi giornalisti spesso li identificate come “i tifosi del Genoa”… Ma per me i tifosi del Genoa sono altri, non queste persone con le quali ho avuto dei problemi. E allora mi defilo e mi dispiace che pochi di voi lo facciano, anzi gli date pure spazio e gli garantite visibilità… Quando il Genoa perde io sto molto male, altri invece diventato protagonisti, finalmente acquisiscono spazi sui giornali e visibilità nelle tv. Ho un concetto ed anche un rispetto completamente diverso dei tifosi del Genoa». Non si sono mai amati Gasperini e gli ultras, ma il punto di non ritorno si è toccato lo scorso sette settembre. E non si tratta di una data qualunque, quel giorno il vecchio Genoa, la squadra di calcio più antica d’Italia, compiva 122 anni. Gli ultras avevano organizzato una festa al Palasport alla quale era stata invitata tutta la squadra, ma contemporaneamente Gasperini, col campionato fermo per la Nazionale, aveva organizzato un’amichevole a Savona. Com’è finita? Amichevole sospesa. Con sei punti nelle ultime due partite il Genoa credeva di aver trovato un po’ di serenità dopo un dicembre nero e la sconfitta nel derby col quale si era aperto il 2016. Contro il Palermo è stato tutto fin troppo facile. In tribuna c’era anche Guillermo Barros Schelotto. L’allenatore che Zamparini ha chiamato dall’Argentina è atteso da un lavoro non semplice, la squadra siciliana è infatti apparsa di una pochezza disarmante. Il risultato l’ha sbloccato subito Suso, duettando con Perotti in mezzo a difensori immobili come belle statuine. Poi, dopo l’espulsione di Andelkovic (doppio giallo), il Genoa ha dilagato. Hanno segnato Pavoletti, Rincon e ancora Pavoletti. «È il nostro Higuain», ha dichiarato Gasperini riferito al centravanti genoano. La doppietta del livornese è dedicata al ct Conte. Il secondo gol è da cineteca: rovesciata e palla nell’angolino alto. Un gesto acrobatico alla Parola”. Questa l’analisi di Genoa-Palermo condotta dall’edizione odierna de “La Repubblica”.

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Redazione Ilovepalermocalcio